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OTTOBRE 2019 PAG. 36 - Nuovi investimenti a Quadrante Europa






Presentato progetto di un nuovo Quarto Modulo da 750 metri

Il Consorzio ZAI di Verona ha compiuto 70 anni. E ha compiuto tanta strada. A questo proposito, lo storico Federico Bozzini nel libro “Destini incrociati”, nel quale descrive la nascita e lo sviluppo del modello di sviluppo veneto, ha sottolineato che la ZAI di oggi è il risultato “di una vicenda strategicamente lungimirante e affascinante”. Sempre fiancheggiato dai tre enti fondatori (Comune, Provincia e Regione), il Consorzio, nato come la prima Zona Agricola Industriale d’Italia (questa denominazione già accostava fin dal 1948 l’agricoltura, assoluta protagonista dell’economia veronese fino ad arrivare all’industria, è la testimonianza della “lungimiranza” evocata da Bozzini) è cresciuto in maniera esponenziale fino ad arrivare oggi a veder riconosciuto il suo interporto Quadrante Europa come il più importante, come “il numero uno” del continente.

Un riconoscimento che premia, appunto, “la tanta strada percorsa”. “A metà degli anni Cinquanta - ricorda il presidente Matteo Gasparato - nel Consorzio furono inserite attività non direttamente legate alla produzione agricola, ma complementari all’interno di un’economia che si andava sempre più diversificando ed evolvendo. Quella fu una scelta felice: negli anni 60 le industrie attive nell’area erano 230, di cui 137 manifatturiere e 61 metallurgiche e meccaniche, oggi sono oltre 600 con più di 20 mila addetti”. La “strada” più “brillante”, se così si può dire, comunque, l’ha fatta l’interporto Quadrante Europa, che, come dice Gasparato, “non smetterà mai di crescere, perché guarda sempre a domani, al futuro. Siamo consci di quello che potrà accadere tra qualche anno soprattutto con i potenziamenti infrastrutturali ferroviari, con la conclusione del progetto Alptransit svizzero e con l’apertura del tunnel di base del Brennero e delle tratte di accesso a sud, da Fortezza fino a Verona.  Secondo Gasparato la partita dello sviluppo futuro si giocherà sull’efficienza dei collegamenti ferroviari: “In quest’ottica, lavoriamo per diventare il gateway dei porti italiani, raccogliendone le merci e distribuendole in tutta Europa, attraverso la fondamentale direttrice del Brennero. 

L’anno 2018 può essere, a buon titolo, definito come l’anno del consolidamento.
In effetti dopo un biennio che ha visto il traffico ferroviario del Quadrante Europa superare ampiamente la barriera dei sedici mila convogli, nell’anno 2018 il limite di traffico non ha raggiunto, seppur di poco, tale soglia attestandosi al valore di 15.911 treni fra arrivati e partiti.
Una diminuzione in valore assoluto di 401 convogli e pari quindi al – 2,46 %. Tuttavia ciò consente di affermare che l’anno 2018 è quello del “consolidamento”.
Evidente il consolidamento o forse assestamento del triennio 2016-2018 nell’intorno dei 16.000 convogli.

Andando più indietro negli anni, spicca la performance del 2010, caratterizzata non solo da una evidente ripresa dell’economia dopo la crisi che si era manifestata nel 2009, ma soprattutto dalle modificate risorse ferroviarie e terminalistiche in dotazione al Quadrante Europa.
E’ facile infatti ricordare che dal 2010 è entrato in funzione il cosiddetto terzo modulo ferroviario, quello costruito dalla società Quadrante Europa Terminal Gate.
Evento quest’ultimo che ha consentito alla società Terminali Italia, chiamata ad integrare e gestire questa risorsa insieme ai già presenti I° e II° moduli ferroviari, di acquisire nuovo traffico oltre a quello intermodale.

E’ fatto consolidato che il Quadrante Europa è l’unico hub (in Italia) di riferimento del corridoio transnazionale TEN-T Scandinavo - Mediterraneo che caratterizza Verona come dotata di un ampio catalogo di servizi al treno merci, completo per le tante tipologie di traffici (semirimorchi, casse, container marittimi) nonché le diverse modalità, combinato, convenzionale, sfuso etc.
Ma è soprattutto capace di intercettare convogli europei lunghi 750 metri così come quelli, magari meno lunghi, ma altrettanto importanti che sono quelli che possono provenire da un nuovo mercato italiano cioè quello sviluppato nei porti.

Il nuovo terminal da 750 metri prevede la realizzazione di 7 binari adatti al carico scarico e 6 di appoggio. Pur considerando che i tempi medi per l’esecuzione della manovra lievitino per effetto della complessità infrastrutturale, con un efficienza terminalistica di 2 coppie treno binario giorno che sono pari ad una rotazione treno di 12 h, si riesce a dare soddisfazione a questo tipo di traffico.
Il risultato di questa analisi si traduce in quasi 900 milioni di euro di costi esterni marginali che non sono ricaduti sulla collettività (nel periodo 2012-2018), la quale vive e lavora non solo a Verona ma anche sull’intero sviluppo della dorsale TEN-T Scandinavo - Mediterraneo che partendo da Verona si concentra in una sorta di grande area industriale (globale) tedesca, posta a circa 850 Km da Verona.
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