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AGOSTO 2019 PAG. 48 - Indagine sui trasporti internazionali di merci



La riduzione del disavanzo nel settore navale, dovuto alla contrazione dei costi del trasporto e alla lieve ripresa della quota di mercato dei vettori residenti, ha inciso nel 2018 nel miglioramento della bilancia dei pagamenti dell’Italia nella movimentazione mercantile che registra un deficit di 5,5 miliardi rispetto ai 6 dell’anno precedente. Nell’ambito dei servizi di trasporto, che includono anche la movimentazione internazionale dei passeggeri e della posta, la componente mercantile ha rappresentato nel 2018 circa il 61 per cento del deficit complessivo. Continua a ridursi anche l’incidenza dei costi di trasporto pari, rispettivamente, al 3,0 e al 3,9 per cento del valore delle merci esportate e importate. È quanto indicato nell’annuale “Indagine sui trasporti internazionali di merci” della Banca d’Italia, ricerca campionaria condotta tra circa 200 società del settore con lo scopo di stimare i costi unitari del trasporto da/per l’Italia per modalità di carico della merce, oltre le quote di mercato dei vettori distinte per nazionalità. “Nel settore marittimo si è registrata una complessiva riduzione dei costi, a causa sia dell’apprezzamento del tasso di cambio euro/dollaro (i noli navali sono generalmente denominati in dollari), sia del rallentamento del commercio mondiale. Quest’ultimo fattore ha inciso solo nella seconda metà dell’anno e non sembra aver interessato i mercati di nicchia, come i trasporti di prodotti chimici e quelli Ro-Ro, che hanno invece registrato un aumento dei costi nel 2018”. Stabili i costi medi de ltrasporto stradale mentre sono cresciuti quelli ferroviari (in particolare nel settore container) ed aerei (soprattutto per le esportazioni, in relazione al buon andamento della domanda).

Trasporto navale
“Dopo la fase di ripresa tra il 2009 e il 2014, i costi navali container, comprensivi dei servizi ausiliari, sono calati sensibilmente nell’arco del quadriennio successivo; la riduzione dello scorso anno li ha riportati in termini reali sui livelli del biennio di crisi del 2008-09, in particolare per quelli all’esportazione”. Nel 2018 i costi in euro a tonnellata sono diminuiti di oltre il 10 per cento in entrambe le direzioni dei flussi, annullando completamente il recupero registrato nel 2017. Ciò è in parte dovuto all’apprezzamento dell’euro sul dollaro, oltre all’aumento dei carichi medi trasportati per container, che ne ha ridotto l’incidenza per tonnellata. Si affievolisce, invece, la ripresa, in atto dal 2016, dei costi medi navali bulk all’importazione relativi ai carichi solidi, in gran parte materie prime, anche “per effetto del rallentamento della politica di dismissione del naviglio, che nel precedente biennio aveva contribuito a ridurre l’eccesso di offerta di carico”. “I costi medi navali bulk liquidi – in larga parte petrolio e derivati – hanno registrato lo scorso anno una riduzione anche in termini nominali, denotando un andamento altalenante dopo la ripresa del biennio 2014-15; una domanda di trasporto stagnante ha reso più difficile il raggiungimento di un punto di equilibrio tra domanda e offerta di carico”. Cresciuti sensibilmente i noli (denominati in dollari) per carbone e minerali, moderatamente per le granaglie. I costi medi navali general cargo riferiti al trasporto di impianti, macchinari e mezzi di trasporto, stanno diminuendo da molti anni, soprattutto per i beni importati. “Per entrambe le direzioni dei flussi i costi si collocano ai minimi del ventennio in esame, anche in termini reali. Negli ultimi anni ha pesato una ricomposizione geografica dei flussi a favore dei paesi più prossimi all’Italia, con una spinta verso il basso delle tariffe medie”. Infine, per quanto riguarda il Ro-Ro nel 2018 i costi sono aumentati in media di circa il 12 per cento. “Come negli anni precedenti, la dinamica è stata eterogenea nelle aree geografiche; tra le tratte più importanti, variazioni positive sono state registrate nei confronti della Turchia, della Spagna e della Francia, negative nelle rotte verso il Nord Europa e il Nord Africa”.

Trasporto ferroviario
“I costi medi ferroviari restano ancora lontani dai livelli osservati all’inizio dello scorso decennio, avendo recuperato solo in parte la forte riduzione registrata tra il 2008 e il 2012. Il settore continua a caratterizzarsi per una crescente contendibilità, con la quota di mercato dell’ex monopolista in costante diminuzione, a fronte di una domanda di trasporto frenata sia dalla competizione con la strada sia da carenze infrastrutturali nell’interoperabilità tra la ferrovia e le altre modalità”. Nel 2018 stabili i costi medi del trasporto container in import, con una lieve crescita in export. “L’incremento ha riguardato la maggior parte delle aree geografiche, in particolare i paesi iberici, il Benelux, la Francia e la Germania. Per il complesso dei trasporti ferroviari anche i costi all’importazione sono aumentati, in virtù di una crescita dei costi medi della ferrovia bulk determinata più dalla riduzione dei carichi medi trasportati che dall’effettivo incremento dei noli.

Trasporto aereo
In un contesto di volumi movimentati in crescita, rispetto all’anno precedente i costi aerei “sono aumentati significativamente per le esportazioni, in misura più contenuta per le importazioni”. “L’incremento delle tariffe sulle merci esportate è stato, come l’anno precedente, generalizzato dal punto di vista geografico, con l’eccezione dell’India e del Medio Oriente; particolarmente pronunciato è stato l’aumento verso il Nord America, una delle principali destinazioni, che ha invece registrato un calo per le importazioni”. In linea generale, dopo il brusco calo registrato nel 2016 (con costi vicino al punto minimo del 2009) “negli ultimi due anni i noli all’esportazione hanno in larga parte recuperato i valori di inizio decennio, mentre quelli all’importazione sono sostanzialmente rimasti sui livelli del 2016, scendendo in termini reali sotto il minimo registrato nel 2009”.

Trasporto gas metano – condotte
“Nel 2018 i costi sono in media aumentati del 3,8 per cento rispetto all’anno precedente, risentendo dell’incremento di quelli relativi alle importazioni da tutti i paesi fornitori tranne quello principale, la Russia, nei confronti del quale si registra una diminuzione della spesa di trasporto, in concomitanza con un lieve calo delle quantità importate da questo paese”.

Quote di mercato dei vettori
“Per il secondo anno consecutivo la quota media dei vettori italiani nel settore marittimo è cresciuta, anche se marginalmente, toccando nel 2018 l’11,4 per cento, circa due punti sopra il minimo storico del 2016”. La crescita si è estesa a quasi tutti i settori, con particolare rilevanza per il trasporto Ro-Ro (41,2% della quota complessiva; + 10,5% rispetto all’anno precedente) e quello general cargo (10,5%; +4,4%). “Nel trasporto stradale il peso dei vettori italiani è lievemente cresciuto, al 20,5 per cento, interrompendo una discesa decennale; anche nel comparto aereo la quota ha subito un modesto incremento, arrivando al 18,0 per cento”.
G.G.
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