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LUGLIO 2019 PAG. 41 - Accordo doganale italo-cinese sulla direttrice portuale Nord Adriatico-Shanghai



Siglato un accordo di collaborazione tra gli uffici doganali di Venezia, Trieste e Ravenna e il distretto doganale di Shanghai. L’intesa, valida fino al 31 dicembre 2021, richiama gli accordi e i progetti di collaborazione in campo doganale per la cooperazione tra Unione Europea (che ha competenza esclusiva in materia doganale) e Cina sulla base dei quali viene affermata l’opportunità di stabilire una cooperazione diretta in materia doganale tra i due paesi. Ispirato ad un’analoga iniziativa di cooperazione sottoscritta in passato tra i porti di Genova e Tianjin (che verrà rinnovata e implementata) il patto prevede un contatto diretto tra uffici operativi con l’obiettivo di una maggiore efficienza rispetto al livello centrale contemplato dagli accordi previsti in ambito europeonel contrasto alle violazioni di carattere doganale, tra cui le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, il traffico di rifiuti e la sotto-fatturazione.

 Il documento sancisce la collaborazione per attuare misure di facilitazione del commercio, in linea con quanto indicato negli accordi per il mutuo riconoscimento dei rispettivi programmi dell’Unione Europea e della Cina concessi agli operatori economici autorizzati (AEO). È stata introdotta anche la possibilità di scambiare informazioni su problematiche doganali riscontrate da operatori economici nazionali nel paese di destinazione della merce. Infine è prevista l’organizzazione di operazioni congiunte mirate al contrasto di specifici fenomeni illeciti e lo scambio di informazioni su spedizioni oggetto di valutazioni di rischio. L’intesa comporta facilitazioni per gli AEO a causa di una riduzione dei controlli per gli operatori economici affidabili con un vantaggio per le ditte importatrici.

 Lo scambio di informazioni consentirà di migliorare la lotta alle violazioni doganali che, con riferimento alla Cina, assumono particolare rilevanza sia per aspetti tributari (sotto-fatturazione, contrabbando e aggiramento dei dazi anti-dumping) sia extra-tributari (violazione dei diritti di proprietà intellettuale, traffico di rifiuti, farmaci etc. ). La  scelta  di  Shanghai  è  stato  oggetto  di  una  lunga  negoziazione  in  considerazione  dell’importanza  del  porto,  primo  al  mondo per  volume  di  traffico  containerizzato  e  primo  distretto  doganale  cinese  per  volumi  di  operazioni  doganali.  Shanghai  è  inoltre  il  distretto  doganale  dove  le  autorità  cinesi  hanno  introdotto  in  fase  sperimentale  tutte  le  innovazioni  normative e procedurale degli ultimi sei anni. Da parte italiana la scelta dei porti del nord Adriatico si basa sul crescente interesse cinese sui porti del nord-est e la crescente importanza di questi porti quali hub per le spedizioni da per la Cina dal centro Europa.

Delegazione di Tianjin visita il porto di Venezia
A tre anni esatti dall’accordo siglato tra i porti di Venezia e di Tianjin una delegazione cinese ha fatto visita allo scalo lagunare, prima  con  un sopralluogo  tecnico  presso  Vecon,  terminal  contenitori  del  Gruppo  PSA,  e  poi  con  un  incontro istituzionale nella sede dell’Autorità di Sistema Portuale. A  guidare  la  delegazione  Chu  Bin, Presidente del più grande scalo della Cina del Nord. “Siamo impegnati quotidianamente nel tessere relazioni che possano sfociare in accordi commerciali con l’Oriente nel contesto della nuova Via  della  Seta  marittima  e  che  consentano  di creare  valore  e  occupazione  nel  nostro  territorio  in  una  relazione  paritaria  con  i  partner  cinesi, “ha spiegato il presidente dell’Adsp, Pino Musolino. “Agli occhi degli operatori internazionali Venezia  è uno  snodo  merci  fondamentale  per accedere velocemente ai ricchi  mercati europei e per intercettare i prodotti ad altissimo valore aggiunto dell’industria manifatturieraitaliana. E’ nostra intenzione potenziare al massimo lo  scalo commerciale-industriale  di Porto Marghera in sinergia con Chioggia per cogliere proattivamente tutte le opportunità che    emergeranno dal dispiegamento della strategia cinese della BRI.

Giovanni Grande
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