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LUGLIO 2019 PAG. 14 - Risorse finanziarie: entrata in campo di nuovi protagonisti



La distinzione tra “fondi pediatra o coroner” proposta da Fabrizio Vettosi nell’appuntamento di chiusura di Port & Shipping Tech (#shipping, innovation & finance) mette in chiaro il sentimento ambivalente che ancora vive il settore marittimo in merito al reperimento delle risorse finanziarie. Al disimpegno dei tradizionali canali bancari fa da contraltare l’entrata in campo di nuovi protagonisti e, con essi, l’introduzione di elementi inediti di valutazione, come ad esempio la propensione all’innovazione. La domanda, rispetto al crescente coinvolgimento del private financing, rimane la stessa: occasione di sviluppo per il settore o rischio di essere coinvolti in mere dinamiche speculative?

Marco Arato (Partner leader del Focus Team Trasporti/Navigazione, BonelliErede). Alla base della massiccia calata di fondi stranieri che stanno rilevando i debiti delle banche nel settore marittimo c’è una sostanziale mancanza di preparazione da parte del credito tradizionale a gestire il finanziamento del “bene nave”. “I margini di rischio sono alti poiché l’asset-nave è volatile e non sincronizzato con l’andamento economico”. In questo contesto la presenza dei fondi privati non va esorcizzata. “Si tratta di un ciclo a tempo: ingresso nel capitale, risanamento, vendita che sottintende un’industrializzazione dell’impresa armatoriale”. La questione va affrontata accettando il necessario cambio di prospettiva: “Il ruolo dell’armatore si evolve verso una concentrazione di proprietà mentre per chi è in crisi vale in concetto dell’adeguamento delle proprie strutture a quanto previsto dalle norme in materia”.

Paolo Rava (Presidente, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Genova). “Le performance delle compagnie partecipate da fondi sono migliori della media poiché possonocontare su adeguati livelli di capitalizzazione. Ovviamente i modelli di riferimento nella valutazione dell’investimento stanno cambiando: il binomio innovazione-sostenibilità peserà sempre di più”. Da qui l’invito alla crescita delle competenze specifiche, “dall’una e dell’altra parte” e l’invito “a modificare profondamente le regole di governance delle imprese marittime”.

Nicola Coccia (Founder, Coccia e Associati). Rispetto al nuovo panorama finanziario diventa essenziale un’opera di sburocratizzazione delle bandiera italiana. “C’è bisogno di una ricucitura della rappresentanza in grado di condividere un programma minimo di ripartenza. Gli investitori esteri pretendono il regime di bandiera comunitaria e l’estensione a quest’ultima dei benefici italiani è ancora ferma all’approvazione dei decreti attuativi”. Va rivisto anche il sistema di Registro internazionale imponendo “un cambio di paradigma che dall’applicazione alla bandiera passi direttamente all’azienda in un’ottica di management diviso dal capitale”. “Il futuro sarà caratterizzato da una figura di armatore/gestore con asset in parte di proprietà in parte finanziate da capitali in cerca di remunerazione”. 

Fabrizio Vettosi (Direttore Generale, Venice Shipping and Logistic). La rinuncia all’intermediazione credizia da parte del sistema bancario sta accelerando ulteriormente il cambio di modello operativo che vede separato capitale e gestione dell’impresa. Sotto questo aspetto va fatta chiarezza circa la remuneratività del settore, a prescindere dalla possibile distinzione tra “fondi pediatra, che ti aiutano a crescere, e fondi coroner, interessati a legittime dinamiche di speculazione”. “Lo shipping è volatile solo sul breve termine. Sul lungo termine funziona alla stragua di un’infrastruttura. Ed è questo il motivo per cui crescerà la presenza diretta sia del capitale privato sia di quello istituzionale con un coinvolgimento maggiore dei fondi sovrani”. 

Agostino Gallozzi (Presidente, SCT). L’accesso ai mercati finanziari non riguarda solo il mondo armatoriale. “In una fase di integrazione verticale della filiera logistica la necessità di realtà medie nel settore terminalistico è quella di crescere. Sotto questo aspetto ben venga la presenza dei fondi provati: contribuiscono a determinare il valore dell’asset familiare e, allo stesso tempo, favorisce l’adozione di strumenti di gestione più strutturati”.
RedMar
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