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MAGGIO 2019 PAG. 23 - Elaborare policies più incisive nella promozione del settore


La fase di rallentamento del ciclo dell’economia mondiale rende necessaria, ora più che mai, riconsiderare e rivalutare il ruolo propulsivo della logistica. Ne è convinto il presidente di Confetra, Nereo Marcucci, secondo cui quella che lui definisce “l’industria delle industrie” contribuirà nei prossimi anni a disegnare pezzi della mappa geopolitica e geoeconomica del pianeta. “Non come semplice derivata degli scambi nell’economia globale ma come attore pro-attivo che dovrà stimolare i decisori a tutti i livelli”. Nasce anche da queste premesse il “cambio di pelle” imposto alla Confederazione, chiamata a una profonda riorganizzazione territoriale per poter contribuire meglio alla elaborazione di policies più incisive nella promozione e sviluppo del settore. “Le rappresentanze di Confetra Puglia, Campania ed Emilia Romagna sono già al lavoro. Programmando e traducendo in iniziative concrete i contenuti delle analisi realizzate fin qui  sulle conseguenze che avrebbe sui comparti produttivi regionali esistenti o da attrarre il miglioramento delle infrastrutture logistiche e la loro integrazione funzionale”.

Una rivoluzione organizzativa sul territorio paradossalmente imposta dalle trasformazioni strutturali della globalizzazione…
È in atto una riconfigurazione degli equilibri consolidati che non si tradurrà solo nella modifica delle reti produttive e distributive. BRI, guerra dei dazi, nuove tecnologie, reshoring sono fenomeni che non permettono previsioni nè sul breve nè sul medio-lungo termine. Di certo cresce il coinvolgimento, anche dell’Italia, in un numero maggiore di relazioni e secondo alcuni studiosi lo spostamento dei baricentri è indispensabile per evitare al mondo occidentale una stagnazione secolare. Di certo sarà importante esercitare capacità di regolazione e di contrattazione, sia a livello europeo, sia nazionale senza derogare da alcuni principi cardine.

Quali?  
Il primo è contenuto dall’Art.9 del Trattato laddove si afferma che “sviluppo economico e progresso sociale devono andare di pari passo”. È arrivato il momento di fare i conti con la globalizzazione. Si è ritenuto che l’aumento dei traffici avrebbe ridotto la povertà di molti, cosa realmente avvenuta, e che le dinamiche di un mercato con meno vincoli avrebbero confermato il benessere di molti altri se non di tutti, risultato del tutto mancato. Non sto qui a criticare gli effetti positivi della caduta dei muri fisici e politico-economici. Piuttosto va puntata maggiore attenzione sulla sostenibilità sociale di certe scelte, anche per quanto concerne la riarticolazione delle filiere logistiche.

È il caso della posizione assunta contro la proroga del Block Exemption Regulation? 
Esattamente. Condividiamo la posizione dell’OECD e di tutte le rappresentanze europee delle imprese impegnate nella supply chain globale: senza regole adeguate rischiamo di reiterare un’ulteriore fase di concentrazione della ricchezza e sbilanciamento di potere contrattuale che potrebbe dare un colpo definitivo alle sovranità nazionali.

Quale ruolo giocherà Confetra in questa partita? 
Siamo già nel pieno di un lavoro quotidiano a livello europeo, nazionale e, con la costituzione delle organizzazioni regionali, territoriale. Ciò che mi preme sottolineare è che la quarta rivoluzione industriale, anche per quanto concerne il suo aspetto logistico, non può essere banalizzata affermando che la scomparsa di realtà produttive e posti di lavoro saranno rimpiazzati da nuove, indefinite, opportunità create dalla tecnologia. Né che oligopoli e monopoli siano una conseguenza natuale delle logiche del mercato. Il mercato è pluralismo in un contesto regolato. E’ inaccettabile che con le tasse dei cittadini si creino infrastrutture materiali ed immateriali destinate ad impoverirli. 
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