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MARZO 2019 PAG. 43 - Il tagliando dei due anni per AdSP Mar Tirreno Centrale


Sei keyword attorno alle quali costruire il racconto dei primi due anni di lavoro dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale. Pietro Spirito ha elencato gli ambiti di azione che hanno visto impegnato l’opera amministrativa di Piazzale Pisacane in un primo bilancio di metà mandato: Comunità, Integrazione (porto-città), Sistema (superamento dei campanilismi), Cantieri, Territorio (ZES e collaborazione istituzionale), Reputazione. 
Ma quale è il giudizio complessivo sull’attività di governance disegnato dalla riforma Delrio attorno al nuovo ente portuale? Della mezza dozzina di punti messi in fila dal presidente dell’AdSP dove sono stati registrati i maggiori passi in avanti? In che direzione lavorare maggiormente in futuro? Sono le domande che Porto&interporto ha girato ad alcuni operatori e protagonisti della filiera logistica campana.

Marcello Di Caterina (Direttore Alis) - Alis come noto è sempre molto attenta alle dinamiche di sviluppo delle AdSP ed in particolare di quelle che, come l’AdSP del Mar Tirreno Centrale, hanno aderito da subito al nostro progetto associativo, in qualità di soci onorari, facendo da trait-d’union tra le diverse realtà territoriali per creare collegamenti sempre più diversificati e integrati. Il lavoro finalizzato alla valorizzazione delle soluzioni intermodali tra mare e terra, privilegiando una integrazione tra trasporto stradale, ferroviario e traffici marittimi, non è certo un lavoro facile e l’AdSP presieduta dal Presidente Spirito sta cercando di favorire un serio rilancio del sistema campano, interconnettendolo con il resto dell’area euromediterranea. Il dialogo tra le imprese da noi rappresentate e l’ente è certamente molto proficuo.
C’è grossa soddisfazione circa il fatto che una realtà così importante come il Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale abbia deciso di entrare a far parte del nostro progetto perché questo ingresso è un grande passo avanti verso il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti, pienamente rispondenti al dettato del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica redatto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, come ormai noto, mira al miglioramento e alla crescita dei traffici delle merci e delle persone attraverso la promozione dell’intermodalità, anche in relazione alla razionalizzazione, al riassetto e all’accorpamento delle Autorità Portuali preesistenti.
Certamente l’impegno per favorire l’operatività della Zona Economica Speciale merita un plauso al Presidente Spirito e al suo staff. Si tratta di una grande opportunità per lo sviluppo del sistema trasportistico e logistico in primis ma per la Regione tutta. Auspichiamo che siano numerosi gli investitori interessati a localizzarsi nelle aree individuate. La facilitazione di accesso al mercato e la semplificazione normativa potranno essere certamente un volano per il Mezzogiorno che ha, oggi più che mai, bisogno di fatti concreti e non di proclami. L’impegno dell’AdSP come attore pubblico virtuoso favorirà gli investimenti creando migliori condizioni di sinergia tra il comparto della logistica ed il sistema manifatturiero.
In futuro c’è da lavorare sicuramente sul superamento dei campanilismi che è certamente un obiettivo ambizioso. La riforma portuale che si attendeva da anni merita il sostegno di tutti gli stakeholder del settore. Pertanto, è necessario valorizzare i virtuosismi di un singolo scalo in una logica di sistema nazionale. Il superamento del campanilismo e l’implementazione delle sinergie pubblico-private permetteranno il raggiungimento della vera competitività. ALIS, anche grazie al dialogo con l’AdSP del Mar Tirreno Centrale, parla di contenuti proiettando il futuro degli scali marittimi soprattutto verso la valorizzazione delle autostrade del mare e della sostenibilità del Traporto. Sono convinto che nei mesi e anni a venire saremo in grado di ragionare sempre di più in un’ottica sistemica. Non è un caso se il nostro motto, che spero sia condiviso, è “insieme per crescere per una Italia in movimento”.

Umberto Masucci (Presidente International Propeller Club) - Nei terribili dieci anni fino al 2006 il Porto di Napoli aveva anzi tutto perso la sua reputazione sia a livello locale che a livello nazionale ed internazionale.
Dovunque ci recavamo (ministeri, enti locali, associazioni di categoria e non) ci ricordavano e ci rinfacciavano la mala gestio del Porto, l’incapacità anche di spendere i soldi di quei finanziamenti che la Regione era riuscita ad ottenere da Bruxelles: la pratica dei dragaggi era considerata un tabù e da 15 anni non si dragava nel Porto di Napoli, un progetto di riqualificazione del waterfront, vincitore di gara nel 2004, giaceva nei cassetti, la Darsena di Levante era una pia illusione…
In quegli anni il Propeller ha svolto comunque un importante ruolo di supplenza, mantenendo viva l’attenzione sulle problematiche portuali e richiamando l’attenzione dei decisori sull’urgenza di dare una governance efficiente al Porto di Napoli. Iniziative come il recupero del Molto San Vincenzo o il Museo del Mare nascevano in quegli anni nell’ambiente del Propeller.
Penso quindi che se tra le parole chiave usate da Spirito ne devo scegliere una scelgo reputazione: oggi ai tavoli nazionali ed internazionali che contano il Porto di Napoli si siede in maniera autorevole, è ascoltato e rispettato e può far valere le proprie ragioni.
Anche a livello locale il Porto ha assunto un ruolo molto positivo con eccellenti rapporti con il Comune e con la Regione, ma anche con gli Industriali e con le altre categorie. Cito ad esempio la vicenda ZES (l’istituzione delle Zone Economiche Speciali) in cui il Porto non è stato solo spettatore delle scelte della Regione e dello Stato ma è stato anche protagonista degli studi e delle strategie che hanno messo il Porto al Centro delle ZES della Campania.
In questo anche il Propeller ha svolto il suo ruolo, favorendo la discussione su queste tematiche (anche in occasione dell’ultima Naples Shipping Week) ed organizzando una missione internazionale molto importante nella Special Economic Area di Shentzen cui ha partecipato il Presidente Spirito.
Quello su cui bisogna ancora migliorare e probabilmente il senso di Comunità.
Quando due anni fa si è insediata la nuova AdSP del Mar Tirreno Centrale, la Comunità era ovviamente un po’ allo sbando, dopo tanti anni di governance provvisoria del Porto di Napoli e recuperare un senso compiuto di Comunità si è dimostrato fin qui, come ha ricordato Spirito in occasione del recente Convegno Propeller, più difficile del previsto.
Noi del Propeller stiamo lavorando proprio su questo, per favorire questo processo ed abbiamo creato recentemente, sulla questione dell’apertura del Molo San Vincenzo (ma non solo su questa), un coordinamento tra nove Associazioni di cittadini, alcune più marittimo/portuali (Propeller, Friends of Molo San Vincenzo, Atena, Lega Navale) altre più cittadine (Sii Turista della tua Città, Run Naples, Napoli Pedala, Aniai, Vivo a Napoli) che condividono iniziative e valori.
Il processo non è facile ma credo che siamo sulla buona strada.

Stefano Sorrentini (Presidente Assoagenti Campania) - Negli ultimi due anni, i segnali provenienti dall’andamento di mercato e la percezione del clima di efficienza e determinazione nel perseguimento degli obiettivi di rilancio, confermano che il nostro sistema portuale comincia ad acquisire i risultati delle sinergie tra operatori e Autorità. Dopo anni di immobilismo e precarietà, al termine di un lungo e complesso percorso non privo di ostacoli, culminato nell’approvazione della riforma delle autorità portuali, si conferma il trend positivo avviato nel 2016; tale processo, ci proietta oggi, a poco più di due anni dall’avvio della riforma, in una dimensione nella quale la Campania rappresenta un sistema virtuoso e un modello di applicazione corretta della nuova normativa; condizione riconducibile, a mio avviso, al clima di equilibrata condivisione delle decisioni tra organi deliberativi e consultivi e dal costante confronto con le parti sociali. Di tutto ciò dobbiamo dare riconoscimento al lavoro svolto dall’Autorità di sistema e dai rappresentanti delle categorie.
Senza dubbio, ritengo che il risultato di maggior rilievo sia costituito dall’avvio delle opere di dragaggio; un progetto di indiscussa portata, della cui fattibilità se ne parlava da decenni. Anche in questo caso con un’inversione di tendenza rispetto al passato, abbiamo visto realizzati e completati in tempi molto rapidi i procedimenti di aggiudicazione definitiva della gara, la stipula dei contratti, l’apertura dei cantieri e l’avvio dei lavori di dragaggio. Nonostante lo scetticismo iniziale di alcuni, il dragaggio del porto di Napoli sarà completato nell’estate di quest’anno, mentre il porto di Salerno vedrà il completamento dei lavori nel 2020; direi che si tratta di risultati considerevoli.
E’ del tutto evidente che la sfida più immediata sarà costituita dal decollo delle Zone Economiche Speciali; ritengo che questa iniziativa rappresenti una vera e propria svolta non solo per l’attività portuale ma per tutto l’indotto che andrà a generare, oltre che uno stimolo concreto alla crescita del territorio e un’opportunità per la comunità locale. Devo constatare con soddisfazione che l’AdSP si sta impegnando in modo particolarmente attivo su questo tema e i riscontri ottenuti fino ad ora dagli operatori e dalle Istituzioni sono incoraggianti.
Altro aspetto sul quale credo sia opportuno fare una seria riflessione e che aggiungerei alle sei parole chiave, è la competitività del sistema portuale campano. Da un’analisi puntuale delle condizioni economico-organizzative della nostra realtà, si evince che i risultati ottenuti prima della riforma delle Autorità portuali hanno comportato una sostanziale perdita di competitività a vantaggio di altri sistemi più o meno vicini che evidentemente hanno adottato soluzioni gestionali, organizzative e tecniche più efficienti.
Eliminate oggi tante criticità lamentate in passato (provvisorietà della governance, mancata realizzazione di importanti investimenti strutturali, eccessiva burocrazia, etc.), appare, dunque, evidente che, se da un lato gli interventi sistemici rappresentano la pre-condizione essenziale per il recupero della competitività, dall’altro i loro effetti non sono immediati, né generano automaticamente un equivalente sviluppo del sistema portuale in termini di aumento di traffico, né costituiscono l’unico volano di sviluppo.
Si rende necessario quindi un ripensamento all’interno delle imprese del proprio modo di competere, facendo leva su tutti gli aspetti legati all’efficienza e all’efficacia di gestione nell’ottica di lungo periodo.
Il recupero del deficit competitivo nei confronti dei porti più evoluti potrà realizzarsi esclusivamente mediante un insieme di azioni concorrenziali rivolte all’offerta di servizi tecnico-nautici e portuali notevolmente più economici ed efficienti, disponibilità di strutture operanti “h24”, rese di imbarco e sbarco più elevate e competitive, interscambio con altri segmenti della logistica; in altre parole produttività più elevata.

Ermanno Giamberini (Presidente Confetra Campania) - Il giudizio sull’azione del nuovo ente portuale è estremamente positivo. Se è vero com’è vero che dopo anni di commissariamento e sostanziale ingessamento del porto di Napoli, risultava difficile non fare o addirittura fare peggio, è altrettanto vero che la nuova AdSP ha mostrato subito un nuovo approccio. Ricordo, infatti, di aver incontrato per la prima volta Pietro Spirito, assieme ad altri esponenti del cluster, su sua esplicita richiesta, a poche ore dal suo insediamento ufficiale e ciò è stato per noi un segnale di incoraggiante discontinuità rispetto al passato. Le premesse sono state poi confermate dalla costante disponibilità dell’AdSP sia al confronto su qualsiasi tema di interesse comune sia al ruolo mediatore nel caso di contrasti .
Ritengo siano stati fatti importanti passi in tutte e sei le keyword indicate dal presidente Spirito, tematiche che vedo tutte legate da un unico fil rouge. Ma senza dubbio mi hanno colpito  Comunità, Reputazione e Territorio. Nel primo caso il Presidente Spirito ha facilitato ed incoraggiato un percorso di condivisione che alcune categorie del cluster avevano già intrapreso e che ha, non a caso, trovato un importante risultato nella recente costituzione della Confetra Campania (che riunisce gran parte delle componenti del comparto logistico regionale). Ritengo che la reputazione derivi dalla capacità di superamento dei problemi  grazie al “fare” nell’interesse comune ed è perciò un aspetto intimamente legato alla capacità di fare comunità; perché si è proposto un modello che, seppur nel rispetto delle singole specificità, è in grado di fare sistema e di lavorare ad obiettivi comuni, proponendo ed invitando ciascuno a dare il suo contributo nell’ambito delle proprie competenze. In fin dei conti anche la capacità di relazionarsi col territorio e con le istituzioni può essere più efficace se è supportata da una comunità che lavora per migliorare la propria reputazione.
Certamente si può e deve fare di più per superare la mentalità campanilistica -geografica, comprensibilmente cristallizzata, ad esempio, dalla precedente situazione che vedeva due Autorità distinte ed in competizione. Resto assolutamente convinto che il nostro sistema regionale abbia bisogno di due porti efficienti per rispondere alla domanda di servizi delle imprese; a maggior ragione se quest’ultima dovesse sperabilmente cresce a seguito dell’insediamento delle ZES. Altrettanto importante, ritengo, è l’intensificazione della collaborazione con le Istituzioni e le Autorità, perché la crescita dei nostri porti passa inevitabilmente attraverso la capacità di coinvolgerle e di stimolarle affinchè quello stesso cammino di efficienza sia condiviso anche da loro. Cosa che purtroppo non sempre accade ancora. Sul discorso, infine, dell’integrazione, reputo di capitale importanza la volontà di continuare a far conoscere alle due città l’importanza delle nostre attività: perché la comunità è  tanto  più  forte  quanto  più  larga e sostenuta dall’intero territorio retrostante.

Augusto Forges Davanzati (Presidente Assospena) - Il giudizio non può essere che positivo. Abbiamo avuto finalmente una governance e questo, dopo anni di commissariamento, è di per se un risultato. Inoltre il presidente si è dimostrato persona competente, fattiva e dinamica. Alle parole sono corrisposti i fatti ed alcune delle opere di cui il porto aveva assoluta necessità si sono messe in moto (i dragaggi sono quasi completati). Insomma noi operatori abbiamo senz’altro avvertito il cambio di marcia ed in più abbiamo la certezza di avere un interlocutore sempre pronto a dare ascolto alle nostre esigenze. Anche la squadra dell’AdSP va elogiata per l’impegno e la disponibilità.
Ritengo che reputazione ed integrazione, siano le parole chiave sulle quali si sono avuti i risultati più immediati
C’è ancora molto da lavorare sulla collaborazione istituzionale e sullo spirito di squadra. Tutto questo sarà indispensabile per provare a recuperare il terreno  perso  nei  confronti  di  altri scali.

Domenico De Crescenzo (Coordinatore Sud Confetra) - A mio avviso il lavoro svolto dal presidente Pietro Spirito e dalla sua squadra in questi due anni è stato ottimo, in virtù del fatto che venivamo da quattro anni di commissariamento in cui si è toccato veramente il fondo per il porto di Napoli, Certo c’è ancora da lavorare tanto, ma siamo sulla buona strada.
Sicuramente i campanilismi sono stati quasi del tutto superati, anche perché i due porti di Napoli e Salerno ormai sono abbastanza complementari e la concorrenza che è rimasta la trovo sana e non danneggia il sistema. Sull’integrazione tra porto e città c’è ancora tanto da lavorare anche se con i lavori del Molo Beverello che dovrebbero partire dopo le Universiadi verrà fatto un gran passo in avanti, ed anche la metropolitana che arriverà al Beverello ad inizio 2020 farà sicuramente abbattere decisamente quel muro virtuale che c’è tra porto e città.
Sulle ZES invece c’è ancora molto da lavorare, occorrono investitori, questa è la prima cosa. Per il futuro credo che si debba continuare su questa strada, ma soprattutto sentire di più le esigenze degli operatori per i problemi che riguardano il quotidiano: faccio un esempio la viabilità ed il congestionamento dei camion al varco Bausan è un problema che ci attanaglia da anni, ma ad oggi non è stato risolto.

Giuseppe Amoruso (Presidente Assamar, Agenti Marittimi Salernitani) - I due anni di mandato per Salerno in realtà sono uno, considerato il primo anno di indipendenza prima della definitiva integrazione. Il giudizio è molto positivo per la capacità di affrontare da subito le grandi tematiche delle opere infrastrutturali strumento indispensabile per il rilancio dei nostri scali; la lotta alla burocrazia dell’Italia che non vuole progredire è stata estenuante. Direi un approccio privatistico. Tuttavia, certamente per quanto concerne Salerno, occorre fare un importante sforzo per accelerare anche sulle opere minori e sulla manutenzione delle aree comuni. Ma di questo sono certo si troverà presto soluzione.
Certamente la parola Sistema è quell’idea sulla quale la governance ha spinto moltissimo raccogliendo tanto; due porti complessi, tra i primi in Italia per volumi operati, che si mettono appunto “a sistema” per cogliere tutte le opportunità di mercato. Dal punto di vista privatistico poteva apparire una chimera in realtà non è andata affatto male. Abbiamo inoltre un altro importante pregio: siamo stati da scuola a tutte le AdSP essendo stati i primi ad essere completamente operativi secondo quanto il legislatore ha disposto.
Per il futuro mi piacerebbe vedere finalmente operative le ZES con misure concrete per lo sviluppo dei due porti e dei poli industriali che servono; dobbiamo aumentare il nostro appeal verso gli investitori ed in un momento di stasi economica, che pare evolvere verso una leggera contrazione, le ZES possono essere il giusto volano per il rilancio. Mi piacerebbe vedere presto alla luce i decreti attuativi sperando che possano realmente contenere strumenti a sostegno dell’economia della nostra area.

Andrea Mastellone (AD Marinter Shipping) - A mio avviso sicuramente la keyword più importante fra quelle elencate dal presidente Spirito è lo sblocca cantieri nei due porti più importanti del sistema AdSP Mar Tirreno Centrale.
A Napoli il dragaggio è partito dopo oltre dieci anni di ritardi che hanno penalizzato il porto e verrà ultimato a breve, a Salerno il dragaggio partirà a breve ma in compenso sono ripartiti i lavori di Porta Ovest che sono altrettanto importanti allo scopo di favorire l’afflusso ed il deflusso dal porto del traffico su ruote. Queste opere di adeguamento infrastrutturale adegueranno ambedue i porti alle esigenze richieste dagli armatori e dall’utenza.
Maggiori dragaggi consentiranno l’ingresso in ambedue i porti di navi di tonnellaggio maggiore le cui caratteristiche attualmente non consentono l’accesso in entrambi i porti.
Si tratta di opere pubbliche che favoriranno lo sviluppo e la crescita dei traffici in ambedue i porti e sappiamo bene che la parola chiave che regola le leggi dell’economia è “la crescita”.
Un sistema economico è sano quando cresce regolarmente e quindi anche l’azienda porto per essere sana deve crescere in tutte le sue componenti aumentando i volumi ed i ricavi generati dal traffico stesso.
Ma accanto ai cantieri ciò che favorirà ulteriormente lo sviluppo e la crescita saranno le Zes il cui potenziale è enorme e potrebbe rappresentare una occasione importante per la creazione di tanti posti di lavoro e la produzione di tante merci che dovranno transitare attraverso i due porti del sistema e che grazie all’adeguamento infrastrutturale non risentiranno più del gap logistico riferito ai maggiori costi.
Penalizzati nelle merci per l’inadeguatezza di ambedue i porti (utilizzo di feeder per impossibilita di accesso nei porti di navi di maggiore capacità, etc.)
Aggiungerei inoltre il miglioramento della connettività del sistema industriale campano attraverso i porti di riferimento con l’intero mercato globale: raggiungere più facilmente i mercati con costi minori e servizi diretti  non potrà che giovare alla nostra economia regionale.
E non dimentichiamo la vicinanza dei nostri porti al grande mercato africano in grande crescita demografica ed economica (nei prossimi decenni si calcola che la popolazione raggiunga il miliardo e mezzo di abitanti).
Aggiungerei come target ulteriore insieme al superamento di inutili campanilismi l’integrazione nella nostra AdSP dei porti di Torre Annunziata e Pozzuoli nonchè la specializzazione dei traffici nei relativi porti evitando inutili investimenti sulle banchine e concorrenza inutile sugli stessi traffici.

Francesco Tavassi (Vice Presidente Unione Industriali Napoli) - Il giudizio sui primi due anni di attività della governance  che fa capo al Presidente Pietro Spirito sono da ritenersi molto positivi.
Ritengo che il rapporto costante con il territorio, con le Istituzioni, con le Associazioni e soprattutto la capacità di ascolto e di mai negarsi a riscontri e risposte sia stata una strategia vincente che ha permesso finalmente agli operatori di constatare che l’AdSP c’è! 
Non a caso grazie all’impulso costante voluto dal Presidente Spirito l’istituzione della  ZES nella nostra Regione è ormai in dirittura d’arrivo. Occorre a mio avviso per il futuro integrare in modo concreto Porto ed Interporti.
Per fare ciò serve che il mercato non abbia da sostenere costi troppi incrementali.
Ciò permetterà di dare maggiore opportunità commerciale alle aziende interessate, ma anche permettere alla città di vedersi restituite aree ormai a ridosso della City, dove si rende necessaria e urgente una riqualificazione urbana e una maggiore vivibilità.

Focus due anni di Governance

 a cura di Giovanni Grande

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