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APRILE PAG. 19 - Come superare le criticità del sistema infrastrutturale


La tragedia del ponte Morandi ha sortito un doppio effetto. Da un lato ha mostrato le criticità del sistema infrastrutturale italiano dall’altro, paradossalmente, la strada maestra per il loro superamento. La legge 13/2018 ha manifestato fin da subito la sua natura di strumento innovativo rispetto alla palude burocratica delle norme ordinarie. E in più occasioni è stata indicata come modello di possibile riferimento per quella semplificazione delle procedure in materia di interventi pubblici. Non ultimo il presidente di Spediporto, Alessandro Pitto, che in occasione dell’assemblea pubblica dell’associazione ne ha chiesto l’estensione all’intero piano infrastrutturale di Genova per implementare un “bold plane” che integri porto, aeroporto, Valpocevera e retro porti attraverso le ZLS. In un rimpallo tra dimensione cittadina e questioni nazionali e internazionali che ha caratterizzato, anche gli altri temi trattati, nel corso della tavola rotonda WeBridgeWorld.   

Giovanni Toti (Presidente, Regione Liguria). La risposta collettiva la crollo del ponte Morandi è stata di qualità. “Nonostante le difficoltà il 2019 sarà un anno di svolta per il porto: calata Bettolo dovrebbe entrare in esercizio almeno in parte entro la fine dell’anno, così come il completamento della piattaforma di Vado e moltissimi altri investimenti”. Il riferimento è al piano infrastrutturale che riguarda la città. “Abbiamo davanti un anno in cui le maniche dovranno essere ben rimboccate, non mancheranno sudore e difficoltà ma penso che con un miliardo di investimenti gestiti attraverso i poteri del commissario, gli interventi alla viabilità accessoria, il consolidamento della Sopraelevata portuale e tante altre opere in corso nei porti della Liguria si può guardare al futuro se non con ottimismo con la consapevolezza che molto è stato fatto e che molto possiamo ancora fare”. Tra i nei le criticità che hanno portato al blocco dei lavori sul Nodo ferroviario. “Si punta alle norme contenute nello sblocca cantieri”.

Paolo Emilio Signorini (Presidente, AdSP Mar Ligure Orientale). Nonostante il calo dei traffici (-0,5%) il porto ha mantenuto grazie all’efficienza degli operatori e alla loro capacità di fare scelte imprenditoriali strategiche, caratteristica che li accomuna alla storia imprenditoriale di Genova. Il paradosso della tragedia Morandi è stato quello di far scoprire alla città opportunità finora non prese in considerazione. “Valpocevera potrebbe rappresentare un’importantissima risorsa retro portuale rendendo più semplice lo sfruttamento delle potenzialità dell’accoppiata Bettolo-Vado. L’entrata in funzione dei due nuovi terminal porterà l’aumento dei traffici container in un range compreso tra i 3,5 e i 5 milioni di Teu nell’arco di un quinquennio”. Per attrarre traffici nuovi un obiettivo: “sistemare la filiera dei trasporti tra l’area genovese e savonese e la Pianura Padana e l’Oltralpi”. “Sta a noi farle. Ma se operatori internazionali come Cosco, Maersk, Msc, PSA Singapore chiedono un posto nel sistema portuale del Mar Ligure Occidentale lo leggo come un buon segno. Significa che vedono le nostre potenzialità”.

Marco Bucci (Sindaco, Genova). Porto e città vanno riunite. “Ci sono barrire mentali che vanno abbattute per favorire lo sviluppo di attività compatibili ai due ambiti”. L’elenco delle questioni da affrontare prevede anche la dislocazione dei depositi costieri. “La situazione va affrontata nel migliore dei modi possibili, cercando di creare sinergie”. Sulla BRI: “Non vogliamo lavorare a tutti i costi con i cinesi. Vogliamo lavorare con i migliori al mondo, è questo il senso dell’accordo che abbiamo firmato a Roma. La provenienza degli investitori non ci interessa”.

Silvia Moretto (Presidente, Fedespedi). “La categoria deve essere pronta ad offrire più servizi. Già nel campo della tracciabilità delle merce siamo riusciti ad ottenere risultati convincenti. La federazione fornirà tutto l’appoggio per vincere le sfide che ci attendono”. Tra queste l’ingresso di nuovi operatori, non convenzionali. “Lo sviluppo dell’e-commerce erode fette sempre più a monte della filiera logistica. Chiediamo parità di regole, senza sottrarci a nessun tavolo di confronto. Ma dobbiamo prendere in considerazione anche le aggregazioni. Operazione difficile ma in grado di farci uscire insieme dal momento di difficoltà”.

Nereo Marcucci (Presidente, Confetra). I grandi trend che stanno modificando assetti e operatività della logistica vanno affrontati alla luce di due keyword: reciprocità e regole. “Nessuno vuole frenare l’evoluzione dello shipping ma di fronte alla discussione sulla deroga alla normativa antitrust europea per i consorzi di navigazione non possiamo non difendere la nostra posizione: è una scelta che ha prodotto minori relazioni e un peggioramento della qualità dei servizi che si sta trasmettendo a valle della catena logistica”. Situazione che, insieme alla verticalizzazione dei processi operativi, “sta producendo preoccupanti compressioni dei margini di fatturato”. “Non si tratta di una difesa corporativa: interpretare i tempi nuovi significa puntare al ristabilimento degli equilibri. E senza regole non esiste libertà di mercato ma il Far West”.

Edoardo Rixi (Vice ministro, MIT). Il rilancio del porto di Genova passerà dalla revisione degli strumenti in grado di accrescere la connettività portuale. Tra questi la rimodulazione del ferrobonus previsto per la zona logistica speciale. “Stiamo modificando il decreto ministeriale con misure per attivare il sistema di navettamento ed evitare eventuali distorsioni del mercato. Oggi l’incentivo è subordinato all’elencazione di determinati interporti, sistema che sostituiremo con l’indicazione di fasce di distanza”. Iniziativa anche per sbloccare il nodo ferroviario senza il quale “il Terzo Valico non serve”. “Porteremo al Cipe un provvedimento che metta in relazione i due interventi”. A livello nazionale più risorse per facilitare la programmazione della AdSP. “C’è bisogno di assumere più ingegneri e più tecnici per elaborare i progetti”. Infine, la convocazione a Maggio degli operatori per una due giorni di dibattito e confronto. “Ne scaturirà un libro Bianco, espressione delle reali esigenze del sistema logistica nazionale”.     
RedMar

Piattaforma E-Bridge a Genova
Nell’ambito del bando CEF Transport 2018 la Commissione europea ha selezionato un progetto per aiutare Genova e tutto il territorio circostante a rinascere dopo la tragedia del crollo del Ponte Morandi. Si tratta di un piano che potenzia lo scalo e tutta l’area dell’ultimo miglio, prevedendo, una volta firmato il Grant Agreement, un cofinanziamento europeo di 6 milioni di euro. L’intervento prevede l’implementazione di una piattaforma ICT denominata E-Bridge (Emergency and BRoad Information Development for the ports of GEnoa) finalizzata alla condivisione dei dati tra sistemi portuali, varchi dei terminal, aree buffer e connessioni di ultimo miglio ferroviario. La partecipazione al bando è scaturita a valle della visita del commissario Violeta Bulc dopo il crollo del Ponte Morandi. “Grazie al lavoro sinergico tra ministero, Autorità di sistema e struttura commissariale, siamo riusciti a intercettare risorse comunitarie importanti che serviranno alla realizzazione di una rete delle aree retroportuali connesse per via telematica e una maggiore fluidità dei flussi dei mezzi pesanti e dei treni diretti nel porto di Genova, dove arrivano mediamente 4mila camion al giorno,” sottolinea il presidente dell’AdSP del Mar ligure Orientale, Paolo Emilio Signorini. “Gli interventi sulle infrastrutture immateriali, che rientrano nel progetto E Bridge, andranno a integrare quelli compresi nel programma approvato lo scorso 19 gennaio sulle infrastrutture materiali”. 

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