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FEBBRAIO 2019 PAG. 8 - NEWS DALL'EUROPA


Verso l’accordo di libero scambio con Singapore
Approvato dalla Commissione per il Commercio l’accordo di libero scambio tra Ue e Singapore. L’intesa punta ad eliminare tutte le tariffe tra le parti contraenti nell’arco dei prossimi cinque anni liberalizzando anche gli scambi di servizi, proteggendo i prodotti europei unici (190 le IG riconosciute) e aprendo il mercato degli appalti del paese asiatico. Previsto anche il rafforzamento dei diritti dei lavoratori e la tutela dell’ambiente. I membri del comitato per il commercio hanno sottolineato che, trattandosi del primo accordo commerciale bilaterale tra l’Unione e un membro dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), l’accordo potrà servire da trampolino di lancio per future intese tra le due regioni, in un momento in cui l’Ue non può più contare sugli Stati Uniti come partner commerciale. Tra i punti previsti anche l’accordo sulla protezione degli investimenti che, una volta ratificato da tutti gli Stati membri, sostituirà le attuali intese bilaterali esistenti tra Singapore e 13 Stati membri dell’Ue con un approccio più moderno alla risoluzione delle controversie. 

Connettività, lo sguardo dell’Ue verso Est
Un piano d’azione indicativo per gli investimenti nelle reti transeuropee di trasporto (TEN-T) è stato elaborato congiuntamente da Commissione europea e Banca mondiale per promuovere la connettività e la crescita economica nei paesi del partenariato orientale (PO). Il programma individua progetti prioritari in Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica moldova e Ucraina per un investimento stimato di quasi 13 miliardi di euro. Previsti interventi per la ricostruzione e il ripristino di 4.800 chilometri di strade e ferrovie, 6 porti, 11 centri logistici e valichi di frontiera nuovi ed esistenti. Gli investimenti comprendono sia progetti a breve termine, da completare entro il 2020, sia progetti a lungo termine, volti a migliorare i collegamenti di trasporto sulla TEN-T entro il 2030. Attivato dall’entrata in vigore dell’estensione del nucleo della TEN-T alla regione dell’Europa dell’Est e del Caucaso meridionale – il PO costituisce una specifica dimensione della politica europea di vicinato – il piano di investimenti mira a portare avanti le principali riforme comunitarie del settore dei trasporti e a migliorare la sicurezza stradale nella regione. 

ESPO critica l’Access Point europeo
Non piace all’organizzazione europea dei porti (ESPO) la proposta adottata dalla Commissione Trasporti di Strasburgo di istituire un’interfaccia comune e centralizzata di accesso per le “single windows” portuali nazionali. Secondo ESPO un eventuale access point europeo duplicherebbe sostanzialmente quanto già previsto dal processo di armonizzazione degli attuali sistemi secondo la proposta della Commissione europea, con effetti negativi sull’efficienza del ciclo di trasmissione e condivisione dei dati. Secondo il segretario generale dell’associazione, Isabelle Ryckbost, “si creerebbe un ulteriore livello di rendicontazione” con un relativo aumento “degli oneri amministrativi, dei costi e dei rischi”. Inoltre, l’istituzione della nuova interfaccia “comporterebbe notevoli investimenti, a carico dell’Ue, che non sono ancora definiti o iscritti in bilancio” e degli stessi stati membri che dovrebbero impegnare risorse economiche per collegare i loro sistemi nazionali di sportello unico al sistema centralizzato.

Brexit, misure per gli organismi di valutazione navale…
Continua l’opera di adattamento della normativa comunitaria in vista della Brexit. Gli ambasciatori degli stati membri, in sede di Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio europeo, hanno modificato le regole di valutazione degli organismi che effettuano le ispezioni delle navi, il cui compito è garantire la sicurezza delle navi e prevenire l’inquinamento marino.  Le norme modificate sostituiranno il requisito che permette solo al paese sponsor iniziale di partecipare alla valutazione con una disposizione che consente la partecipazione di un qualunque paese dell’Ue che abbia autorizzato uno degli organismi attualmente riconosciuti. In questo modo gli organismi di cui il Regno Unito è stato sponsor potranno continuare a effettuare ispezioni per conto degli Stati membri. Il testo concordato sarà messo a punto dai giuristi-linguisti ed essere adottato formalmente prima dal Parlamento e poi dal Consiglio.

.....e per l’impatto sulla pesca
Due proposte legislative sono state adottate per ridurre il notevole impatto che una Brexit senza accordo avrebbe sulla pesca nell’Ue. L’iniziativa rientra tra le attività di preparazione e di emergenza che impegnano attualmente la Commissione per garantire un approccio coordinato a rispetto ad uno scenario “no deal”. Obiettivo della prima proposta è consentire ai pescatori e agli operatori provenienti degli Stati membri di ottenere una compensazione a titolo del “Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca” per l’arresto temporaneo delle attività. Tale misura contribuirebbe ad ammortizzare in parte gli effetti negativi della chiusura delle acque del Regno Unito ai pescherecci comunitari. La seconda proposta modifica il regolamento relativo alla gestione sostenibile delle flotte esterne istituendo un meccanismo di reciprocità: l’Ue garantirebbe alle navi del Regno Unito l’accesso alle sue acque  fino alla fine del 2019, a condizione che alle navi europee sia concesso l’accesso alle acque del Regno Unito. La proposta prevede inoltre una procedura semplificata di autorizzazione. Tali proposte sono soggette alla procedura di codecisione. La Commissione collaborerà con il Parlamento europeo e il Consiglio per garantire l’adozione degli atti legislativi proposti, affinché essi siano in vigore entro il 29 marzo 2019. 
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