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GENNAIO 2019 PAG. 4 - NEWS DALL'ITALIA



Basalt acquisisce il 30% di Caronte & Tourist
Basalt Infrastructure Partners II LP, fondo londinese, ha acquisito il 30% del capitale della Caronte & Tourist, il gruppo italiano attivo nei collegamenti marittimi nello Stretto di Messina e tra la Sicilia e le isole minori con una flotta complessiva di 26 unità. L’accordo, i cui termini non sono stati resi noti, premetterà, come sottolineato dal presidente Antonino Repaci, di realizzare il piano industriale dell’azienda incentrato, dopo il recente varo del primo traghetto a GNL, su soluzioni tecnologiche green. Basal è già presente nel settore marittimo con la proprietà dell’intero pacchetto della compagnia britannica North Star Shipping, compagine che gestisce una flotta di 31 unità navali impiegata a servizio delle piattaforme petrolifere nel Mare del Nord, e della Wightlink, compagnia che opera servizi traghetto tra l’Isola di Wight con l’Inghilterra meridionale.

Logistica agroalimentare, Confcommercio punta sulle alleanze
Intesa tra la Federazione delle imprese di logistica e spedizione e quella dei grossisti dei mercati all’ingrosso e dei centri agroalimentari, che fanno capo a Confcommercio “per la promozione e l’ottimizzazione dell’impiego di nuove soluzioni logistiche nei mercati all’ingrosso, nei centri agroalimentari e nelle infrastrutture portuali e retroportuali italiane”. Tra gli obiettivi del protocollo d’intesa “tracciare progetti di filiera, esplorare nuove rotte commerciali, promuovere progetti condivisi per crescere insieme”. All’orizzonte la nascita del nuovo Piano Mercati 2.0 che valorizzerà il ruolo della logistica nel commercio ortofrutticolo all’ingrosso. I presidenti delle due organizzazioni, Luigi Merlo (Federlogistica) e Valentino di Pisa (Fedagromercati) si sono inoltre impegnati ad avviare analisi approfondite per identificare nuove tratte commerciali in ambito marittimo, ferroviario e intermodale. L’intesa prevede anche l’avvio di progetti di filiera per la partecipazione a fondi e bandi europei.

Cagliari, pronta la prima Zona Franca
Con un adeguamento tecnico funzionale al PRP di Cagliari, la rimodulazione della destinazione degli spazi retrostanti al container terminal, il comitato di gestione dell’AdSP del Mare di Sardegna sblocca la prima fase di introduzione della Zona Franca. L’area individuata sarà riclassificata e delimitata per ospitare due strutture – una per gli operatori e l’altra per le attività doganali – e tutte in funzione delle attività che opereranno in regime di fiscalità agevolata. Approvato anche il Piano dell’Organico dei Lavoratori dei Porti di Sistema 2019-2021 (imprese ex art. 16, 17 e 18 della legge 84/94) e il nuovo “Regolamento d’uso delle aree demaniali ricadenti nella circoscrizione dell’AdSP” che ha lo scopo di armonizzare le procedure di rilascio delle concessioni e di riscossione dei relativi canoni con l’acquisizione, a chiusura dell’iter, dei pareri degli enti competenti tramite SUAPE telematico regionale.

Polo Mercitalia, nuova società di manutenzione con Lucchini 
Mercitalia Rail (Gruppo RFI) ae Lucchini RS hanno costituito la società Mercitalia Maintenance. La nuova azienda realizzerà un’officina ad alta automazione ed innovazione per manutenzioni e revisioni di carri e sale. La struttura, realizzata e gestita sposando i principi dell’industry 4.0, sarà ubicata in prossimità del nuovo terminal intermodale nello scalo di Milano Smistamento. L’obiettivo è rispondere alla maggior parte delle necessità di manutenzione dei carri del Polo Mercitalia e di eventuali altri clienti.

Rispetto delle regole, scontro Confitarma-Assarmatori
Botta e risposta tra le due associazioni armatoriali italiane sulla corretta applicazione delle normative e dei regolamenti in ambito portuale, tema emerso nel corso di un incontro tra Assarmatori e la presidenza del Senato. Denunciando i “coni d’ombra” di una “riforma portuale in larga parte incompiuta e rivelatasi per molti aspetti carente e inadeguata” l’associazione guidata da Stefano Messina, riferendosi ai recenti casi di Civitavecchia e Livorno, aveva denunciato una sostanziale violazione delle regole che sottendono l’esercizio delle attività dei terminal e “un clima di assoluta incertezza per non dire di illegalità diffusa” favorito dalla “discrezionalità delle autorità locali”. “Non si può non condividere l’affermazione che ‘le regole ci sono e vanno rispettate da tutti’ ma, al tempo stesso, dato che sono ancora in corso le indagini della magistratura per le concessioni demaniali nel porto di Livorno, è criticabile qualsiasi valutazione in merito alla legittimità dei comportamenti di operatori e istituzioni prima che venga emessa la sentenza che stabilirà a chi, eventualmente, imputare colpe e/o responsabilità”, la replica di Confitarma. “Compito di un’associazione di categoria – continua la nota – è quello di tutelare gli interessi dei propri associati ma non di intervenire in situazioni di tipo commerciale tra due o più aziende usando armi improprie a difesa dei propri associati, quali tipicamente sono gli interventi sulla stampa, non basati sulla oggettiva conoscenza del caso”.

Pubblicata l’analisi annuale dei sinistri marittimi del MIT
La Direzione Generale per la vigilanza sulle Autorità portuali, le infrastrutture portuali ed il trasporto marittimo e per le vie d’acqua interne del MIT ha pubblicato il “Rapporto sui sinistri marittimi” per l’anno 2017, studio che analizza le dinamiche e le cause più frequenti degli incidenti e sinistri marittimi avvenuti nelle acque territoriali nazionali nell’ultimo decennio. Dall’analisi dei dati emergono segnali contrastanti: “anche se il numero di incidenti in mare risulta in diminuzione – spiega il Direttore Generale Mauro Coletta – si è rilevato un forte incremento nel numero di ferimenti e decessi in mare negli anni dal 2011 al 2013, dovuto principalmente a gravissimi sinistri marittimi legati al fenomeno dell’immigrazione clandestina”. Nello specifico,  nel 2017 si è registrato un lieve decremento nel numero dei sinistri marittimi. “Si è passati infatti dai 322 sinistri osservati nel 2008 ed i 388 sinistri osservati nel 2009 fino ai 260 eventi rilevati nel 2017, con un decremento complessivo nel 2017 del -19,25% rispetto al valore assunto nel 2008, un decremento del -9,41% rispetto al rispettivo valore dell’anno precedente”. In diminuzione anche il numero di navi coinvolte in sinistri (nel 2017 -18,61% rispetto al dato 2008 e -30,51% rispetto al valore assunto nel 2009). “Nel periodo 2010-2017 la sinistrosità delle sole navi nazionali risulta in costante diminuzione, anche se si è rilevato un incremento nella consistenza annua sia dei decessi che dei ferimenti nei sinistri marittimi dovuto principalmente ai due gravi incidenti avvenuti nel 2012 e nel 2014 alle navi “Costa Concordia” e “Norman Atlantic”, nell’ambito di un quadro altrimenti piuttosto uniforme sia dei decessi sia dei ferimenti causati da sinistro marittimo, che appaiono anzi in flessione nel corso del biennio triennio 2015-2016”. Nel 2017 si rileva invece un aumento in particolare nel numero di ferimenti, a seguito di una serie di urti occorsi a navi passeggeri e passeggeri e merci. Il Rapporto individua tra le principali cause di incidenti “errori od omissioni nella manutenzione dell’unità navale e degli apparati di bordo, e le criticità legate alla disposizione a bordo di merci o persone, trasportate a bordo in quantità eccessiva o distribuite in modo tale da rendere instabile l’unità navale”. “Altre due categorie di sinistro molto frequenti, avvenute complessivamente su oltre metà delle unità di tipo commerciale, ovvero le collisioni e gli urti, è risultato siano state causate da criticità legate alla mancata osservanza delle regole da 5 a 7 e da 12 a 18 del Regolamento COLREG, e in particolare alla mancata osservanza del servizio di vedetta a bordo della nave”.

Un patto per l’intermodalità ferroviaria
Abbattere le strozzature del sistema logistico italiano ingegnerizzando il processo intermodale attraverso maggiori investimenti da parte delle aziende, del gestore dell’infrastruttura e da parte dello Stato; annullare le molte anomalie che l’Italia della logistica intermodale continua a portarsi dietro nei confronti dei competitors europei e che frenano sia la domanda che l’offerta come il doppio macchinista, “una misura tecnicamente non più giustificata, superata altrove, che in Italia gonfia i costi degli operatori intermodali”; velocizzare il piano di adeguamento della rete e dei terminal per la circolazione di treni più lunghi e pesanti. Sono alcuni dei punti critici che emergono dal Quaderno 27 “Intermodalità ferroviaria, un’occasione per crescere” realizzato dal Freight Leaders Council e frutto del lavoro congiunto con  Anita, Confcommercio, Direzione generale per il Trasporto stradale e l’intermodalità del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Fercargo, Mercitalia, RFI Terminali Italia, Università̀ di Roma Tor Vergata. Lo split modale in Italia, come emerge dal volume, resta tra i più bassi in Europa: “nel nostro Paese solo il 13% delle merci viaggia su rotaia (un dato ritenuto gonfiato dagli operatori del settore), mente la media europea supera il 18% con la Germania al 19,3%”. Situazione che rende difficoltoso il trasferimento del 30% del trasporto stradale alla rotaia sulle percorrenze superiori ai 300 chilometri previsto entro il 2030 dal Libro Bianco della Commissione europea. “Un obiettivo ancora molto lontano per l’Italia soprattutto per le carenze di tipo normativo, organizzativo e infrastrutturale”. Tra le misure proposte: attivazione dello sportello unico, digitalizzazione dei processi, dei documenti e delle connessioni tra operatori della supply chain, riduzione del bollo ai Tir che fanno combinato e l’introduzione di speciali deroghe nel calendario dei divieti per la circolazione dei mezzi pesanti. 

Esportazione yacht, non imponibile l’IVA sulle lavorazioni 
Esito positivo per il contenzioso contro in Fisco della società Cantieri Navali Baglietto in merito alla non imponibilità ai fini dell’IVA delle lavorazioni eseguite sugli yacht destinati all’esportazione, anche se tali lavorazioni sono eseguite in Italia da un’impresa italiana diversa da quella che ha costruito l’imbarcazione. La sentenza, pronunciata dalla Commissione Tributaria Provinciale di La Spezia, ha un rilievo generale che va al di là del caso di specie e interessa l’intero settore della nautica.

FNM costituisce Malpensa Intermodale
Ferrovie Nord Milano ha costituito la società Malpensa Intermodale per la gestione del terminal di Sacconago (Busto Arsizio). L’operazione rientra nell’ambito del piano di rilancio dell’infrastruttura intrapresa dal gruppo controllato dalla Regione Lombardia. L’obiettivo è sviluppare la gestione dei collegamenti ferroviari da parte delle imprese FNM operanti nel settore cargo, tra cui  DB Cargo Italia (di cui detiene il 40%, attraverso la società FuoriMuro Servizi Portuali e Ferroviari che gestisce le manovre ferroviarie all’interno del porto di Genova di cui detiene il 49% e attraverso la società Locoitalia che si occupa della gestione del materiale rotabile di cui detiene il 51%).
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