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GENNAIO 2019 PAG. 32 - NEWS OBOR



Accelerazione per la linea ferroviaria Sichuan - Tibet
Cambio di passo nella pianificazione e costruzione della linea ferroviaria Sichuan – Tibet. L’obiettivo è cominciare la realizzazione dell’infrastruttura entro la fine del terzo trimestre del 2019. È quanto deciso da China Railway nel corso della prima riunione annuale del suo management che ha restituito un bilancio più che positivo sullo sviluppo del settore durante il 2018, anno che ha visto il debutto, lungo 38 linee ferroviarie ad alta velocità, del treno completamente “made in China” Flux e il superamento dei 131mila chilometri di binari, di cui 29mila A/V. Con un aumento significativo sia del trasporto passeggeri sia merci l’azienda ha fissato gli obiettivi per l’anno in corso a 3,35 miliardi di passeggeri (+7%) e 3.368 miliardi di tonnellate di merci (+6,6%) con un estensione della rete pari a 6.800 chilometri, di cui 3.200 ad A/V. Rientrerà nel novero proprio il collegamento Sichuan-Tibet, per una distanza totale di 1.838 chilometri che collegherà   Chengdu e Lhasa. Lu Dongfu, direttore generale dell’azienda, ha sottolineato che nel 2019 sarà necessario accelerare la riforma del sistema azionario della compagine ampliando ulteriormente la partecipazione nello sviluppo della Belt and Road attraverso l’impiego del servizio CRexpress.

Il Sud Est asiatico preoccupato dalla “trappola del debito”
Il governo cinese avrebbe offerto il proprio aiuto economico per salvare il fondo governativo malese Malaysia 1MDB, al centro dello scandalo che ha portato all’arresto dell’ex premier Najib Razak, accusato di aver fatto sparire quasi 700 milioni di dollari, in cambio di contratti alle aziende statali cinesi per un importo superiore al valore di mercato. E’ quanto rivelato da un’inchiesta del Wall Street Journal, che evidenzia le crescenti difficoltà politiche che le iniziative della BRI stanno affrontando nei paesi del Sud Est asiatico, sempre più preoccupati della “trappola del debito” nei confronti degli investimenti di Pechino. Un esempio di questo “nuovo vento” proprio la Malesia, dove tra scandali e ribaltoni elettorali, la maggior parte dei progetti energetici e infrastrutturali sono al momento oggetto di rinegoziazioni. 

Un ponte cinese sul Canale di Panama
Il governo di Panama ha assegnato ad un consorzio cinese composto da China Communications Construction Company e China Harbor Enineering Company un contratto del valore complessivo di 1,4 miliardi di dollari per la realizzazione di un ponte che attraverserà il Canale. L’intesa è stata raggiunta in occasione della visita del Presidente Xi Jinping nell’ambito di una serie di accordi infrastrutturali, turistici e di cooperazione per lo sviluppo.
L’avvio delle relazioni diplomatiche tra i due paesi risale al giungo 2017 con l’impegno ad una collaborazione bilaterale sugli affari marittimi che inserisce, di fatto, il paese centroamericano nel “versante Pacifico” della BRI. Tra gli strumenti individuati, l’opzione di “nazione favorita” che prevede l’applicazione di tariffe preferenziali per le navi che approdano in determinati scali del paese asiatico. Il meccanismo, in particolare, riconosce (decreto 610) tasse portuali inferiori per tutte le navi registrate dai paesi che hanno stipulato accordi con la Repubblica Popolare Cinese.

Cresce il turismo lungo la nuova Via della Seta
Le suggestioni tra il passato e il presente della nuova Via della Seta trainano il settore turistico. Almeno da quanto indicato da Cass, think thank dell’Accademia cinese di Scienze Sociali. Secondo il centro studi asiatico i paesi attraversati dalla Belt and Road Initiative saranno visitati da oltre 85 milioni di turisti, con un balzo del 77% delle presenze cinesi, passate da 15,49 milioni nel 2013 a 27,41 nel 2017. I turisti cinesi hanno contribuito per circa il 31% al giro d’affari del turismo internazionale nei Paesi B&R nel 2017, per un valore di circa 385,1 miliardi di dollari. La Cina, invece, ha registrato 10,64 milioni di viaggi di turisti provenienti dai Paesi della Via della Seta, rispetto ai 9 milioni del 2013. A dare un impulso allo sviluppo del mercato, secondo il rapporto del Cass, politiche meno stringenti nel rilascio dei visti, nuovi voli e facilitazioni per i turisti.

Pechino consolida la presenza in Algeria
Visita ufficiale di tre giorni in Algeria per il presidente dell’Agenzia di cooperazione internazionale per lo sviluppo della Cina, Wang Xiaotao, nel 60mo anniversario dell’apertura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. La missione segue la firma di un memorandum d’intesa nel quadro della Belt and Road Initiative e mira al consolidamento del ruolo economico di Pechino nella nazione nordafricana.
Nei primi otto mesi dell’anno scorso, la Cina ha confermato la posizione di principale esportatore in Algeria con quasi 6 miliardi di dollari di merci, pari al 19,4 per cento delle importazioni totali algerine. Nell’ultimo decennio le aziende cinesi sono state le prime beneficiarie dei programmi di investimento pubblici lanciati dal governo algerino in ambito infrastrutturale con un totale di 29 contratti (autostrade, aeroporti, alloggi pubblici, oltre la realizzazione della Grande Moschea di Algeri) per un valore complessivo di 22,2 miliardi di dollari.
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