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DICEMBRE 2018 PAG. 72 - Litorale Domitio, strumento di sviluppo e ricchezza


Recuperare il tempo perduto e restituire il litorale domitio ad una nuova dimensione produttiva e ambientale. Il masterplan regionale per il rilancio della fascia costiera che si estende dai Campi Flegrei al Garigliano si ispira al concetto della green landscape economy, prospettando uno stretto equilibrio tra potenzialità territoriali, rapporto con ambiente, paesaggio e produzione locale. Una sorta di “laboratorio delle infrastrutture verdi nel Sud Italia” nelle parole del suo ispiratore, l’archistar Andreas Kipar, in cui si inserisce la “visione” del Sindaco di Mondragone, Virgilio Pacifico, alle prese con l’idea e la volontà di “un rilancio complessivo dell’offerta turistica della città”. “Un concetto che mette insieme la riqualificazione e il ripensamento funzionale di ampi tratti del nostro territorio e un nuovo approccio verso un’infrastrutturazione, capace di dire si ai nuovi progetti, soprattutto quando guardano al soddisfacimento più ampio degli interessi generali”.

Qual è il piano per il rilancio urbanistico e infrastrutturale di Mondragone?
Partiamo, purtroppo, dalla presenza di aree che sono state soggette all’incuria per anni e che non sono mai rientrate nell’ambito del piano regolatore della città. La zona compresa tra il torrente Savone e l’ex Idac Food, ad esempio, è stata caratterizzata da estesi fenomeni di abusivismo. Per fortuna non ci troviamo di fronte ad una cementificazione selvaggia, le possibilità di recupero per favorire la ricettività turistica, anche attraverso la creazione di infrastrutture dedicate, sono alla nostra portata.

L’idea è quella di puntare sull’economia nautica?
L’ipotesi progettuale per la creazione di una darsena di diporto credo si sposi perfettamente con la filosofia della programmazione regionale. Nell’area del Savone, dove si pensa di ubicare la nuova struttura, vive il fratino, un uccelletto tipico della macchia mediterranea, al cui habitat naturale, anche nell’ottica dell’interesse paesaggistico e naturale per il nostro territorio, presteremo il massimo dell’attenzione. Senza rinunciare agli effetti moltiplicativi che la nautica da diporto può offrire in termini di posti di lavoro e attività indotte. D’altro canto in provincia di Caserta latita la presenza di posti barca e noi puntiamo a diventare un polo di attrazione per questo comparto. 

Come e dove reperire i fondi?
L’intenzione è quella di affidarsi al project financing, strumento che però dovremo rendere appetibile attraverso la presenza di un attrattore territoriale che abbiamo già individuato. Mi riferisco alla qualificazione industriale dell’ex Idac, nel sito dove sorge il depuratore. È qui che potrebbe essere insediato un deposito per il rifornimento di GNL. A soli 20 miglia marine da Napoli possiamo diventare il punto di riferimento per la fornitura navale di questo tipo di carburante, pulito e affidabile anche nell’ottica degli sforzi affrontati da Comune e Regione per il recupero della qualità delle nostre acque.

Cosa chiedete alle istituzioni?   
Il percorso non sarà semplice, si tratta di scelte urbanistiche impegnativa ma allo stesso tempo in grado di venire in contro a quelle che sono le esigenze generali dell’economia. Il settore marittimo in Campania ricopre un’importanza primaria e in un contesto di continui no alla costruzione di nuove infrastrutture noi garantiamo la massima disponibilità per lo sviluppo di carburanti alternativi come il GNL di cui ci sarà sempre più bisogno. La Regione dovrebbe tener conto di questo e dare la massima disponibilità e collaborazione allo sviluppo dei nostri piani di riqualificazione.

Giovanni Grande
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