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DICEMBRE 2018 PAG. 64 - Le nuove professioni del mare evoluzione o rivoluzione?


Alla fine del XVIII secolo l’Enciclopedia Britannica definiva la nave come la più nobile macchina costruita dagli uomini e non riteneva sufficiente un’intera enciclopedia per descriverla in tutte le sue parti, facendo riferimento ai gloriosi vascelli che a quei tempi solcavano i mari. In uno scenario globale che vede il 90% delle merci trasportate via mare ed una previsione di crescita del trasporto passeggeri per scopi commerciali e turistici senza uguali nella storia, i mezzi navali si sono dovuti adeguare adottando nuove tecnologie volte a ridurre il più possibile l’impatto ambientale e ad assicurare sempre maggior sicurezza a merci e passeggeri.

I Normatori internazionali, le Autorità di Bandiera e le Società di Classifica Navale hanno quindi fornito il loro contributo all’impresa introducendo nuovi Regolamenti che hanno posto ambiziosi obiettivi nel medio lungo termine per quanto riguarda il contenimento delle emissioni inquinanti in aria e nel mare. Fornendo una pronta risposta al mercato i tecnici sono riusciti con non poche difficoltà ad affrontare e vincere questa battaglia tecnologica, affrontando il problema con la consapevolezza che il trasporto marittimo è già il più sicuro, ecologico, energeticamente efficiente ed economicamente vantaggioso modo di trasporti per merci e persone.

Affrontando la questione da una visione più ampia, si stanno aprendo nuovi mercati che vedono il mare non più solo come una via di trasporto, ma come una fonte da sfruttare per far fronte alle necessità di un’umanità in continua crescita demografica. Il mare è una riserva energetica pressoché infinita che aspetta solo di essere utilizzata: non è una novità la possibilità di “estrarre” energia dai moti del mare, dalle maree e dal vento. Il mare è una ricca e generosa fonte di cibo: nuove regole e tecnologie devono essere tuttavia sviluppate per impedire un fenomeno che potrebbe avere effetti distruttivi sull’ecosistema marino. Il mare può diventare una risorsa per la sintesi di nuove medicine. Anche il fondo del mare nasconde preziosi tesori, non solo importanti riserve di idrocarburi (cosa peraltro già nota), ma anche di minerali rari e preziosi che aspettano solo di essere raccolti… pure in questo caso l’attenzione al delicato ecosistema dei grandi fondali deve moderare gli appetiti.

L’attuale sistema di formazione sarà in grado di far fronte a questa evoluzione del mercato marittimo? Le professioni del mare stanno cambiando, la maniera di affrontare tanto la progettazione che la costruzione dei mezzi navali e delle strutture offshore deve adeguarsi a questo processo evolutivo, ciò che lascia quanto meno perplessi è l’inerzia del sistema di formazione a mettersi in moto per far fronte a questa impellente richiesta. Di sicuro le nuove generazioni dovranno acquisire la consapevolezza che la metodologia di lavoro dovrà necessariamente possedere elevate caratteristiche di integrazione e multidisciplinarità, consolidando un approccio sempre più basato sul lavoro in team. L’aspetto economico non potrà essere più sottovalutato quando decisioni di natura tecnica dovranno essere prese, analogamente la questione ambientale non dovrà essere più vista con un fastidioso corollario a cui dare credito ma come un elemento progettuale cui fare riferimento. Sarà richiesto alle tradizionali figure professionali degli ingegneri e costruttori navali la capacità di affrontare con competenza la realizzazione di tutta una nuova serie di mezzi, macchine e impianti. Forse a questo punto, più che di evoluzione si dovrà parlare di una vera e propria rivoluzione.

In questo contesto, il contributo di associazioni quali ATENA (Associazione italiana di TEcnica NAvale) è quello di diffondere, promuove e divulgare il cambiamento, creando nuovi momenti di aggregazione e confronto, affiancando alle tradizionali conferenze, iniziative di orientamento direttamente nelle scuole che permettano ai giovani di acquisire una visione quanto più realistica degli scenari futuri. Al tempo stesso, si dovrà sostenere il sistema della formazione informandolo di questa evoluzione per prepararlo alla rivoluzione a cui assisteremo da qui a qualche anno, aiutandolo a gestire il cambiamento suggerendo nuovi temi e nuove strategie per il reclutamento di chi sarà chiamato a trasmettere i nuovi contenuti.

Vittorio Bucci
Segretario Nazionale ATENA
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