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DICEMBRE 2018 PAG. 54 - Malpensa, la prima struttura del settore air cargo italiano


Con Giovanni Costantini, Cargo Manager di Sea – Aeroporti di Milano, alla scoperta della Cargo City di Malpensa. Traffici, specializzazioni, progetti e prospettive dello scalo merci aereo che opera nel cuore della regione più sviluppata d’Italia e aspira ad essere la porta d’accesso per il Sud Europa.
Quanto “pesa” Malpensa nel traffico aereo della penisola?

Siamo di gran lunga la prima struttura nel settore dell’air cargo italiano di cui gestiamo il 55% del traffico complessivo. Unico aeroporto con voli cargo regolari e programmati, quest’anno movimenteremo poco meno di 600mila tonnellate di merci per un valore in export di 26 miliardi di euro e in import di 17 miliardi: complessivamente un cifra che ammonta a 2 punti del Pil nazionale. Dopo una lunga corsa di cinque anni, con ritmi di crescita del 7% in media, registreremo per la prima volta dal 2013 una flessione del 3% delle attività. Rallentamento prevedibile, se rapportato a una serie così lunga, e in parte dovuto a due fattori contingenti: la riduzione dei traffici legati ad un importante vettore come Nippon Cargo e l’effettiva diminuzione del peso dei prodotti trasportati, riferibile alla crescita del settore dell’e-commerce. Paradossalmente, in presenza di un numero di collegamenti che è aumentato rispetto al passato.

E nel contesto europeo?   
Come volumi Malpensa è al nono posto complessivo. Escludendo però le strutture fortemente specializzate e riferite ad un determinato vettore o corriere, come nel caso per esempio, di Colonia o Liegi, seguiamo, al quinto posto, le più importanti realtà generaliste del continente come Francoforte, Parigi, Amsterdam e Londra. Con un segnale importante: la nostra crescita negli ultimi anni si è assestata costantemente al di sopra della media europea. Un’altra caratteristica che ci distingue è la posizione geografica. Mentre la maggior parte degli aeroporti è concentrata nel Nord Europa, ci situiamo in posizione centrale e di riferimento per l’accesso ai mercati dell’Europa meridionale.   

In che modo vi preparate a diventare la porta del Sud Europa?
Stiamo programmando una serie di adeguamenti infrastrutturali per adeguarci al meglio alle trasformazioni della filiera. In prima battuta abbiamo programmato entro il 2020 lo sviluppo dei magazzini di “seconda linea”, un’area che si estenderà su circa 140.000 mq senza accesso diretto ai piazzali dell’aeroporto. In via di completamento, entro la fine del 2019, è invece l’area dedicata al magazzino DHL, per un’estensione complessiva di 50mila mq di cui 20mila coperti. Queste operazioni porteranno la capacità complessiva di trattamento merci pari a un milione di tonnellate, traffico che speriamo di raggiungere entro il 2030. Infine, c’è il raddoppio del piazzale aeromobili previsto dal Masterplan di Malpensa in via di approvazione, con ulteriori 45mila metri di magazzini e il passaggio da 13 a 26 piazzole dedicate al cargo.   

Quali opportunità scorge nel breve-medio periodo?
L’e-commerce sarà il motore trainante dello sviluppo del settore: la scelta di ospitare due corrieri espressi ci metterà nelle condizioni di affrontare al meglio l’evoluzione di questo interessante mercato. Un’importante novità sarà rappresentata anche dal traffico garantito da Air Italy che, in mancanza di un vettore di bandiera, ci consentirà di riequilibrare il trasporto delle merci all-cargo rispetto ai voli passeggeri. L’ingresso di un nuovo handler, per un totale di quattro, dovrebbe garantirci ulteriori possibilità di acquisizione. 

Su cosa, invece, bisognerà maggiormente lavorare?
Non vedo all’orizzonte pesanti criticità interne. Eventuali difficoltà deriveranno dallo scenario internazionale e dall’andamento macroeconomico. La priorità rimarrà comunque sviluppare il massimo della connettività tra Malpensa e i grandi centri internazionali con collegamenti internazionali. Anche pensando alla grande sfida rappresentata da un possibile sviluppo di una Nuova Via della Seta aerea. Dovremo essere pronti a giocare le nostre carte.
Giovanni Grande
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