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DICEMBRE 2018 PAG. 48 - ISE, la ZES rafforzerà la crescita di traffici e del valore generato


Intervista a Giancarlo Cangiano, direttore marketing e comunicazione di Interporto Sud Europa.
L’argomento ZES è di grande attualità e sembra quasi rappresentare l’ultima occasione di rilancio per il sud. È così anche per Interporto Sud Europa?

Mi si consenta di fare un passo indietro. Per definire le opportunità connesse all’implementazione della Zona Economica Speciale nell’ambito di Interporto Sud Europa e, dunque, quello che la ZES potrà rappresentare nel futuro di ISE, è necessario avere consapevolezza, innanzitutto, di ciò che l’interporto è oggi, del ruolo che già gioca nel panorama logistico italiano e meridionale soprattutto. Con i suoi 4.2 milioni di mq di estensione, Interporto Sud Europa già oggi è il partner ideale di Operatori Logistici e MTO per lo sviluppo delle loro attività nell’ambito del sistema logistico della Campania e, più in generale, dell’intero centro-sud Italia.

Il ruolo di primo piano è garantito dalla sicurezza del sito e dalla sua localizzazione ottimale lungo i principali assi stradali, dall’efficiente integrazione e gestione della componente ferroviaria che può beneficiare della contiguità con lo scalo merci più importante del centro sud, nonché sulla disponibilità al suo interno di numerosi magazzini raccordati e di un terminal intermodale di oltre 200mila mq di piazzale e 11 binari di carico/scarico, dalla centralità rispetto al mercato regionale e meridionale e dalle notevoli potenzialità di espansione. Grazie a questi fattori, ISE già oggi si presenta come il principale polo logistico campano, sviluppando ogni anno un traffico di quasi 30mila carri ferroviari e 300mila autoarticolati. E questo è ciò che risulta immediatamente visibile. Ciò che non si vede ma che è forse più importante, è che questi traffici sono generati grazie alla presenza di primari operatori logistici nazionali e internazionali, particolarmente orientati alla fornitura di servizi logistici a valore aggiunto, per cui i volumi di “trasportato” rappresentano forse il dato meno rilevante se confrontato con le attività logistiche, di manipolazione della merce e di “quasi-manufacturing” che già oggi sono realizzate all’interno dei magazzini di ISE. Parlare di ZES come ultima spiaggia o occasione di rilancio per lnterporto Sud Europa mi sembra totalmente inappropriato o quanto meno fuorviante, poiché ci si sta riferendo ad una realtà che già “muove” numeri importanti ed è un’eccellenza del panorama logistico centro-meridionale. In definitiva per ISE, la ZES è un’occasione di ulteriore crescita e sviluppo lungo una traiettoria già intrapresa con successo.

In che modo, nello specifico, ritiene che la ZES contribuirà a questo processo di sviluppo?
L’implementazione delle Zona Economica Speciale, che prevede un credito d’imposta di 50 milioni di euro e semplificazioni burocratiche e amministrative per nuovi investimenti in essa realizzati, non può essere trascurata. La ZES rafforzerà il processo di crescita dei traffici e del valore generato da ISE, consentendo un ulteriore salto di qualità e di quantità rispetto ai quasi 3mila addetti che, tra diretto ed indotto, già operano in Interporto. La Zes, che in Interporto Sud Europa coprirà circa 3.5 milioni di mq, migliorerà l’appetibilità della localizzazione per lo svolgimento di funzioni logistiche a valore aggiunto e quindi anche la possibilità di intercettare e rilanciare flussi di merci diretti verso il nord. Da questo punto di vista, per molte filiere produttive l’area ZES di Maddaloni-Marcianise è quella che potrà offrire il maggior vantaggio competitivo grazie all’efficiente dotazione ferroviaria, alla relativa vicinanza ai mercati europei ed alla grande estensione di aree libere e già nella disponibilità di Interporto.

In che modo Interporto Sud Europa si sta preparando per sfruttare al meglio queste opportunità?
Come in parte già anticipato, la ZES non comporta alcuno stravolgimento nei piani aziendali, poiché ben si integra all’interno di un percorso che l’interporto ha comunque deciso di intraprendere, a prescindere dalla ZES stessa. Questo piano prevede alcuni punti fermi: attenzione al miglioramento continuo delle condizioni di accessibilità del sito; implementazione e miglioramento continuo dei servizi condominiali ed ai mezzi, alla merce ed alla persona in ambito interportuale; sviluppo di soluzioni immobiliari personalizzate ed all’avanguardia, tarate sulle specifiche esigenze dell’operatore logistico; implementazione di una community e di un vero e proprio distretto logistico in ambito interportuale.

In questo quadro entro il 2019 sarà completato il nuovo collegamento diretto e relativo svincolo sulla A30, nonché il raddoppio ed allungamento del fascio dei binari di presa e consegna interni all’interporto, determinando così un ulteriore balzo in avanti dell’accessibilità stradale e ferroviaria di Interporto. Si è attivato inoltre un filo diretto con gli operatori presenti e potenziali in interporto, per tracciare un quadro delle esigenze e delle priorità d’intervento finalizzate al miglioramento continuo della sicurezza, dei servizi comuni e dello sviluppo di soluzioni intermodali. Per quanto riguarda la capacità di sviluppo immobiliare tailor-made, questa da sempre rappresenta un punto di forza di ISE e, abbinata alla grande disponibilità di aree e alle prerogative della ZES, rappresenta una leva importante di attrazione di ulteriori investimenti per attività di logistica. L’elemento comune a tutte le attività di ISE e che rende possibile uno sfruttamento ottimale della localizzazione e della dotazione infrastrutturale, è la capacità di ascolto nonché di porsi come partner degli operatori, in modo da sviluppare insieme a loro soluzioni immobiliari e logistiche su misura per le loro esigenze. Altro aspetto fondamentale è la funzione di tessuto connettivo di una community che, oltre a condividere una localizzazione ed alcune infrastrutture e servizi in essa offerti, possa svilupparsi come vero e proprio distretto logistico, in cui ciascun operatore trae vantaggio dalla vicinanza e dalla collaborazione e cooperazione con le altre imprese insediate.

Quali sono le certezze e le sfide su cui il sistema logistico meridionale dovrebbe puntare per il suo sviluppo? 
Il primo punto fermo è che la logistica si va sempre più caratterizzando come elemento fondamentale per la competitività in tutti i settori produttivi, quindi è innanzitutto con la produzione che bisogna interagire. In termini più generali c’è la profonda convinzione che la crescita e lo sviluppo del sistema logistico nazionale e meridionale, debbano passare attraverso l’innovazione, la conoscenza, la condivisione della conoscenza, la collaborazione e l’integrazione delle competenze dei vari attori coinvolti nel sistema logistico.

Le ZES possono essere un importante volano ed attrattore di investimenti e, a parità di volumi movimentati, la ricchezza e le ricadute economiche sul territorio possono essere molto differenti a seconda delle attività cui è sottoposta la merce, andando dai circa 300€ per il semplice transito e trasporto di un container da 20 ft, fino a circa 2.300€ per lo stesso container sottoposto ad attività di logistica a valore aggiunto. Naturalmente la vera opportunità è relativa all’attrazione di nuovi “flussi”. In Interporto sappiamo bene cosa significa fare logistica a valore aggiunto perché è già una realtà portata avanti da importanti operatori nazionali ed internazionali presenti a Marcianise e in ambiti e settori che spaziano dalla moda al food, dai tabacchi agli articoli sportivi e riguardano player logistici e distributori. Per quanto ci riguarda, dunque, si tratta di allargare, estendere e implementare ulteriormente, funzioni ed attività che già sono presenti, di cui già c’è conoscenza. Questo non significa tuttavia che la sfida non sia ardua, né tanto meno che le opportunità siano semplici da cogliere o di scarso impatto. Tutt’altro. Catturare nuovi flussi per effettuare attività di logistica a valore aggiunto o di quasi manufacturing per altri mercati ovvero effettuare in loco delle lavorazioni o personalizzazioni di prodotto per il mercato locale che prima venivano effettuate altrove, è una sfida che per essere vinta richiede un salto culturale notevole, per il quale direi che è condizione imprescindibile riuscire a presentarsi sul mercato globale come sistema integrato. In definitiva, le opportunità connesse alle ZES, per essere colte, devono basarsi su un’offerta costruita in ottica di sistema, che integri e che sappia valorizzare tutte le componenti.
RedMar
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