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DICEMBRE 2018 PAG. 40 - Logistica: senza pianificazione crollo certo dell’affidabilità


Pianificazione, programmazione e certezza dei tempi. Per Alessandro Laghezza il moderno mercato della logistica risponde ormai a leggi che non sono né violabili, né aggirabili.
In altre parole: ciò che si semina, o, peggio, non si semina oggi, avrà conseguenze per anni a venire in particolare su quella percezione di affidabilità di sistemi articolati di trasporto e di distribuzione delle merci che è alla base delle scelte di porti, piattaforme logistiche, aree di sviluppo.

È proprio sulla base di queste considerazioni che il Presidente degli spedizionieri di La Spezia è più volte intervenuto sul caso Genova, sottolineando due conseguenze ineludibili; la prima riguarda direttamente Genova e il suo porto che potrebbero subire i danni peggiori nel caso in cui non fossero fornite al più presto certezze sui tempi di ricostruzione del Ponte Morandi e quindi di ritorno alla piena operatività e alla piena efficienza dello scalo marittimo del Tirreno. Il sistema logistico può anche permettersi di attendere, ma ciò può accadere solo se gli operatori della logistica potranno contare su garanzie precise.

La seconda considerazione riguarda la teoria dei vasi comunicanti che in logistica è legge inviolabile. Purtroppo qualcuno ha pensato che le difficoltà del porto di Genova potessero favorire una crescita commerciale di La Spezia o di Livorno. Ma non può essere così: la crisi del principale porto d’Italia potrebbe favorire forse nel brevissimo periodo alcuni scali vicini; nel medio e lungo periodo decreterebbe invece una perdita complessiva di efficienza e di competitività dell’intero sistema logistico del Tirreno e quindi del Nord Ovest con danni evidenti al sistema economico e produttivo più importante del Paese.

Proprio per queste motivazioni l’Associazione spedizionieri di La Spezia è intervenuta più volte, per voce del suo presidente Alessandro Laghezza, sul tema Genova; certezze, certezze e ancora certezze. Questi gli ingredienti di una terapia post crollo del Ponte Morandi che deve – come sottolineato da Laghezza – mirare con decisione alla difesa della credibilità e affidabilità complessiva del sistema fornendo previsioni e date precise ad esempio dell’entrata in funzione di nuovi sistemi di viabilità alternativi al ponte, all’inizio e al completamento della demolizione, alla prospettiva effettiva di entrata in servizio del nuovo ponte.

Determinante quindi sarà il ruolo del commissario non solo nello sveltimento e nella sburocratizzazione dell’iter di progettazione e ostruzione del ponte, ma anche nell’attuazione di una massiccia operazione trasparenza nei confronti della sua clientela e in particolare della merce fornendo continuamente tutte le informazioni operative sulle misure anti emergenza e sulle loro tempistiche.
Stefania Vergani
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