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DICEMBRE 2018 PAG. 30 - Morandi: BRI, anche gli scali piccoli possono partecipare


“La dimensione globale dei fenomeni economici chiama gli stakeholder italiani, siano essi pubblici o privati, ad adeguare le proprie dimensioni di scala”. Tra Belt and Road, digitalizzazione e nuovi paradigmi operativi, Andrea Morandi, presidente di Federagenti Abruzzo e Marche, reduce dalla recente missione conoscitiva al porto di Singapore, parla del futuro della figura dell’agente marittimo.

Come affrontare la sfida posta dalla BRI? Sono più i rischi o le opportunità per il cluster marittimo italiano?
Di certo non possiamo ignorare il fenomeno. Come paese credo che l’iniziativa cinese possa rappresentare un’occasione importante per porti come Genova e Trieste, destinatari naturali dei traffici attivati dalla BRI per posizione geografica, dimensione e infrastrutture. Ma anche gli scali di medie dimensioni possono giocare la loro partita. Dipenderà dalla capacità dei soggetti chiamati in campo ad adeguarsi alla dimensione di scala che sta assumendo il progetto. E non mi riferisco solo ai governi e agli enti portuali. La questione riguarda anche aziende private e fondi. Compagnie di navigazione, terminalisti, gli stessi agenti marittimi saranno chiamati ad affrontare la sfida dimensionale. 

In che modo gli agenti marittimi possono contribuire a questo adeguamento?
Le nostre aziende devono crescere e sotto questo aspetto sono già state avviate positive forme di collaborazione. Abbiamo a che fare con la Cina, un gigante, non possiamo pretendere attenzione verso il nostro piccolo mondo, frammentato e burocratico. Per natura l’agente marittimo è chiamato a semplificare i processi. Da qui la necessità per gli stakeholder cinesi di potersi rapportare con poche ma grandi realtà capaci di operare a livello nazionale. E’ questa la strada da seguire. 

Quale ruolo può svolgere la digitalizzazione in  questo processo?
Credo che avrà lo stesso impatto della prima rivoluzione industriale. Come la BRI è qualcosa che sta già accadendo e che dobbiamo vedere come un’opportunità. Dal punto di vista dell’agente marittimo essa significa innanzitutto sviluppo della “single window”, con tutte le conseguenze sul piano operativo derivanti dalla smaterializzazione dei documenti e dall’uso dei servizi web e cloud. Un altro effetto è l’annullamento di fatto dei confini geografici: anche se l’attività dell’agente è ancora legata alla Camera di Commercio in cui è registrato, è facile immaginare la possibilità di espansione all’estero, fintanto che la standardizzazione e la digitalizzazione delle procedure di semplificazione vanno avanti.

Ciò comporterà anche una rivoluzione nel ruolo della categoria?
La figura dell’agente marittimo è in evoluzione da anni. In passato avevamo tariffe fisse, abbiamo ancora una legge speciale, ma siamo esposti agli strali delle tendenze economiche e alle strategie degli armatori e dei governi. Inoltre, i traffici in Italia stanno cambiando: varia il mix di import/export mentre alcuni armatori hanno già creato la loro rete di agenzie e sono entrati direttamente nei terminal ro-ro, crociere e container. Questo significa, ovviamente, anche un cambiamento nel potere negoziale degli agenti che, alla lunga, potrebbe favorire forme di consorzi o di alleanze per rafforzare il nostro peso nella catena logistica. In poche parole, sta nascendo un nuovo paradigma, stiamo assistendo a una fase di ridefinizione e la scala dimensionale del nostro business potrebbe aiutarci a far parte del gioco e a trarre vantaggio da quanto sta accadendo in tutto il mondo. 

Quali le priorità strategiche per il futuro?
Dobbiamo essere più proattivi e influenzare, in base alla profonda conoscenza dell’economia marittima, i processi decisionali, in particolar modo quando si tratta dei nostri porti. Un primo banco di prova potrebbero essere le ZES e le ZLS, strumenti strategici per favorire la semplificazione in passaggi delicati come l’approvazione di progetti e investimenti pubblici. Vanno fatti passi avanti concreti nelle scelte di sviluppo e le decisioni delle AdSP devono essere adeguatamente supportate. Siamo sempre stati una parte fondamentale nella catena logistica marittima e terrestre: dobbiamo mantenere la nostra posizione in prima linea come garanzia per tutti gli investitori stranieri.

Giovanni Grande
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