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NOVEMBRE 2018 PAG. 9 - Il settore dello shipping propone Confindustria Mare



In una rinnovata stagione di relazioni industriali anche gli armatori scendono in campo. La prima Assemblea pubblica di Confitarma targata Mario Mattioli ricapitola lo stato dell’arte della marineria italiana e indica i punti considerati irrinunciabili dal comparto. Con una dedica alla città di Genova e in piena sintonia con Confindustria, all’insegna di un associazionismo che dopo non poche frizioni registra il rientro nella confederazione di un’importante realtà come d’Amico, è stata indicata l’agenda delle priorità per l’apertura di un dialogo con il governo sulle cose da fare.
I numeri
“Il cluster marittimo è una risorsa fondamentale per il Paese, che con oltre 33 miliardi di euro di beni e servizi prodotti, rappresenta il 2% del PIL nazionale complessivo, dando lavoro a quasi 500mila persone”, ha esordito Mattioli, chiedendo più centralità e attenzione per un settore al momento governato da una sola Direzione Generale all’interno del MIT. Nel 2017, circa il 60% delle merci importate e il 50% di quelle esportate dall’Italia sono transitate via mare per un traffico complessivo di circa 215 milioni di tonnellate, la metà del quale è rappresentato da rinfuse secche e liquide. L’Italia è anche il principale mercato crocieristico d’Europa, con un volume di affari di oltre 13 miliardi (circa il 30% del totale) e un’occupazione di circa 120mila addetti tra diretti e indiretti. “Possiamo contare anche sulla più grande flotta traghetti al mondo e su una vasta e articolata rete di collegamenti, le Autostrade del Mare, i cui effetti benefici per l’economia, l’ambiente e la sicurezza dei trasporti sono ben noti”.
Il Registro Internazionale
La rilevanza del settore marittimo è garantita dall’applicazione del Registro Internazionale che festeggia i sui primi vent’anni. “La nostra flotta si è rinnovata qualitativamente ed è di fatto raddoppiata: da circa 8,5 milioni di tonnellate di stazza siamo passati a fine 2017 a 16,3 milioni nonostante il periodo difficile vissuto negli ultimi dieci anni”. Il calo dal picco massimo del 2012 (19,2 milioni di tonnellate) non intacca il “peso specifico” della bandiera italiana: “tra le prime quattro dei grandi Paesi del G20, con posizioni di leadership o di assoluto rilievo nei settori più sofisticati, quali unità Ro-Ro, navi da crociera, per prodotti chimici e petroliferi”. Un successo reso possibile dalla competitività restituita dal Registro che ha favorito una ripresa degli investimenti (oltre 30 miliardi) e dell’occupazione. “Oggi la bandiera italiana si colloca al primo posto nel mondo per numero di marittimi italiani e comunitari occupati, pari nel 2017 a circa 38mila, oltre a 8.500 a terra”. Proprio per questo, alla luce degli attacchi condotti negli ultimi due anni nei confronti della norma, “qualsiasi modifica volta a indurre o limitare i benefici del Registro sarebbe controproducente nonché in controtendenza rispetto a quanto si registra a livello europeo”.
Sburocratizzazione
In Italia è ancora in vigore un decreto risalente al 1895 in tema di sanità marittima. “A causa della stratificazione di norme – sostanzialmente superate ma mai abrogate – il numero di ispezioni per la verifica delle condizioni di lavoro a bordo delle nostre navi non trova pari al mondo. nell’arco di 5 anni mentre tutte le navi sono soggette a tre visite quelle italiane ne devono effettuare quindici. Tutte per verificare le stesse cose”. Da qui la richiesta di semplificazione e l’ammodernamento di alcune “particolarità italiane” come l’ispezione radio e la fideiussione per la locazione a soggetto comunitario. “Abbiamo istituito una Commissione ad hoc per la semplificazione di norme e procedure che ha elaborato un pacchetto di misure a costo zero che avvicinerebbe il nostro shipping a quello delle nazione marittime europee più competitive”.
Occupazione ed Education
Anche qui Confitarma propone cambiamenti. In primis, “la riforma del collocamento marittimo, con la prevista istituzione dell’Anagrafe Nazionale della Gente di Mare, per avere finalmente un quadro certo del numero e delle qualifiche dei marittimi disoccupati, introducendo così uno strumento efficace di incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro”. Maggiore collaborazione viene richiesta anche al Miur, “attraverso la revisione e l’ammodernamento delle materie di insegnamento”, mentre proseguirà “la sinergia tra armamento, scuole e enti di formazione come gli Istituti Tecnici Superiori”.
Ambiente
Con una flotta sempre più giovane (il 50% delle unità ha meno di dieci anni) ed investimenti sulla sostenibilità ambientale e la sicurezza si chiede maggiore attenzione agli sforzi di un settore che a partire dal 2020 dovrà affrontare la sfida dell’entrata in vigore delle norme sui limiti di zolfo nel combustibile marino e che potrebbe trovare nel gas naturale liquefatto la strada da imboccare nel futuro. “Purtroppo, ad oggi, nei porti italiani non è disponibile il rifornimento di Lng e non si sa ancora da dove e con quali costi il combustibile potrà arrivare. Si tratta di un carburante pulito che riduce del 100% le emissioni di zolfo, dell’85% gli ossidi di azoto e del 25% quelle di carbonio”.
Marebonus
“Nell’ultimo anno le unità ro-ro hanno movimentato più di 100 milioni di tonnellate, con un incremento di oltre il 20% rispetto al 2014 e hanno ormai superato il traffico container di cabotaggio che ne movimenta meno di 90. Siamo convinti che miglioreremo ancora anche grazie al Marebonus che è stato finalmente avviato. L’autotrasporto sceglierà sempre più il mare, potendo contare sulla qualità dei servizi offerti”.
Finanza
“E’comune interesse di Confitarma e dell’ABI favorire un sempre maggiore sviluppo della relazione tra enti finanziari e imprese armatoriali; è altresì necessario un dialogo continuo anche con quelle realtà, in grande crescita nel panorama nazionale e internazionale, che rappresentano fonti alternative al finanziamento bancario”. Questo dialogo prosegue attraverso tavoli ad hoc che hanno l’obiettivo di evitare fenomeni speculativi. “Bisogna però risolvere quelle delicate situazioni finanziarie che si sono venute a creare negli anni passati attraverso nuova capacità di finanziamento per le imprese armatoriali, diffusione della conoscenza di questo importante e peculiare settore, soluzioni innovative per risolvere i crediti incagliati”.
Portualità
“Vediamo con favore l’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) e delle Zone Logistiche Semplificate (ZLS) in analogia in quanto già avviene in altri Paesi”. Sulla Via della seta: “un’opportunità da cogliere da parte dei nostri porti per non perdere il treno della competizione globale. Tutto dipenderà dalla nostra capacità negoziale e, soprattutto, dal mostrarci uniti, non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo. E’ forse proprio quest’ultima la sfida più grande che ci attende, anche per colmare il gap logistico, quantificato in 40 miliardi di Euro all’anno”.
Confindustria Mare
“E’ giunto il momento di dare avvio al nostro progetto comune. Dobbiamo dare voce forte e unitaria alle componenti industriali del nostro mare. Voci diverse che possono trovare, insieme, la possibilità, di ampliare la loro forza. “Confitarma con Assiterminal, Assologistica, Assonave, Federpesca e Ucina è pronta a costituire il primo nucleo industriale della ‘blue economy’ di Confindustria, che si candida fin d’ora ad essere il punto di riferimento per la futura strategia marittima e logistica al servizio del Paese”.
Danilo Toninelli
Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture
Pieno appoggio alle richieste di Confitarma è arrivato dal titolare del MIT che ha ribadito il peso del comparto per l’economia italiana, il ruolo “competitivo” di Registro Internazionale e Tonnage Tax e annunciato a breve l’avvio di “un sistema telematico per la gestione degli arrivi e partenze delle navi nei porti”. Apertura anche per l’avvio di una interlocuzione per l’adeguamento delle normative sulle emissioni navali. “Bisognerà analizzare il peso degli investimenti iniziali per il passaggio al GNL e mettere in conto l’eventuale introduzione di strumenti di incentivazione”.
Vincenzo Boccia
Presidente Confindustria
Ribadite le perplessità sul merito della manovra finanziaria. “Siamo un Paese che per progredire ha bisogno di infrastrutture, di aprire cantieri e non di chiuderli, di realizzare una grande politica per la crescita. Un obiettivo che non può essere realizzato riducendo i fondi alla ricerca e le misure per lo sviluppo di Industria 4.0”.
Giovanni Grande
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