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SETTEMBRE2018 PAG. 8 - News dall'Europa


Bilancio europeo, ESPO chiede maggiori risorse per i porti
Nei prossimi dieci anni il fabbisogno di investimenti nella portualità europea ammonterà a 48 miliardi di euro. Finanziamenti che, per loro natura, creano un grande valore aggiunto a livello di sviluppo ma sono caratterizzati da un ritorno basso e diluito nel tempo. Da qui la battaglia condotta da alcuni mesi a questa parte dall’European Sea Ports Organisation (ESPO) che chiede all’Ue di destinare agli scali ulteriori risorse in vista della presentazione della nuova proposta per il programma CEF che prevede per le banchine del vecchio continente solo il 4% del budget del settore trasporti. “ESPO – ha affermato Isabelle Ryckbost, segretaria generale dell’associazione – riconosce pienamente l’importanza e i benefici del Meccanismo per Collegare l’Europa. Tuttavia dovremmo usare l’esperienza degli ultimi tre anni per ottimizzare ulteriormente questo strumento”. Ricordando il ruolo dei porti “quali nodi per i trasporti, l’energia, l’industria e la blue economy”, Ryckbost  ha ribadito come al comparto andrebbe riconosciuto più della quota ottenuta negli ultimi tre anni. “Concretamente riteniamo che i porti e la dimensione marittima dovrebbero avere un maggiore riconoscimento nell’ambito dei progetti prioritari transfrontalieri. Gli scali marittimi  possiedono il potenziale di collegare qualsiasi numero di Stati membri attraverso il trasporto marittimo, nonché di collegare il mare con vasti hinterland e aree economiche che nella maggior parte dei casi superano i confini nazionali. Sono di natura transfrontalieri e dovrebbero essere riconosciuti come tali”. La proposta di bilancio a lungo termine dell’Unione Europea per il periodo 2021-2027 presentata lo scorso 2 maggio della Commissione europea destina al programma Meccanismo per Collegare l’Europa (CEF) una somma di 42,3 miliardi di euro. Lo scorso 6 giugno Bruxelles ha presentato una proposta per stabilire la base giuridica del programma per il periodo successivo al 2020, proposta che è attualmente in discussione al Parlamento e al Consiglio dell’Ue.

Forniture di GNL, collaborazione Ue - USA
Ue e Usa rafforzeranno la cooperazione strategica in materia di energia, in particolare per quanto riguarda gli scambi di gas naturale liquefatto. È quanto concordato in occasione del recente incontro tra il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e il Presidente americano Donald Trump. Obiettivo di Bruxelles è la diversificazione delle sue fonti energetiche, traguardo che la vede impegnata nel cofinanziamento di progetti infrastrutturali per il GNL per un valore di oltre 638 milioni di euro. Con 150 miliardi di metri cubi di capacità inutilizzata, ai quali aggiungere ulteriori 15 miliardi entro il 2021, l’Ue potrebbe instaurare, in presenza delle giuste condizioni di mercato e di prezzi competitivi, una relazione di favore con gli USA (con una capacità di liquefazione pari a 28 miliardi di metri cubi che arriveranno a 80 miliardi di metri cubi entro il 2023). Da qui la richiesta di eliminare alcune restrizioni normative che prevedono la necessità di un’autorizzazione preliminare per le esportazioni verso l’Ue. L’eliminazione delle restrizioni potrà favorire l’aumento delle importazioni che l’Agenzia internazionale per l’energia prevede in aumento di quasi il 20% entro il 2040 rispetto ai livelli del 2016. Dalla prima spedizione di GNL dagli Stati Uniti a inizio 2016, l’Unione ha ricevuto oltre 40 carichi pari a circa 2,8 miliardi di metri cubi.

Il commissario ai Trasporti Bulc incontra delegazione di Alis
Incontro a Bruxelles tra la commissaria ai Trasporti, Violeta Bulc, e una delegazione di Alis (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile) guidata dal presidente Guido Grimaldi e dal coordinatore della commissione tecnica Affari europei, Matteo Arcese. Tra le priorità indicate da Grimaldi nella finalizzazione degli dossier legislativi in corso di discussione la tutela della libera concorrenza, indicazione di regole incentivanti per favorire il passaggio modale (con riferimento al combinato: flessibilità  del criterio dei 150 chilometri in funzione dell’idoneità dell’infrastruttura, aumento della capacità di carico ammessa), riproposizione di misure di incentivazione (ad esempio Ferrobonus e Marebonus) che possono divenire strutturali o di erogazione comunitaria, l’implementazione dei sistemi digitali (CMR e e-ticketing), la riduzione degli oneri e dei costi amministrativi e burocratici a carico delle imprese. Sottolineando che “la multimodalità può rendere il trasporto europeo più efficiente, sostenibile e sicuro”, la commissaria Bulc ha rimarcato l’importanza del dialogo con gli operatori del settore per la piena realizzazione di un mercato unico  europeo dei trasporti. Per Guido Grimaldi “Alis ha confermato di essere, anche in ambito europeo, un interlocutore estremamente qualificato e che può essere preso a riferimento nel dibattito sui temi strategici che il cambiamento in atto nel mondo del trasporto e della logistica pone, impegnandosi con le istituzioni europee a partecipare con continuità e in modo attivo al dibattito sui temi dell’intermodalità”.   

Utilizzo dei fondi strutturali, l’Italia in coda
Nonostante il recupero registrato negli ultimi mesi l’Italia resta fra gli ultimi paesi in Europa per utilizzo dei fondi comunitari. È quanto emerge dai dati pubblicati dalla Commissione europea, aggiornati al 30 giugno. Da dicembre 2017 in Italia le risorse impegnate per progetti già selezionati sono cresciute di circa 10 miliardi, uno degli aumenti più alti. Tuttavia, con il suo 54% la penisola resta al 24mo posto in Ue, dove la media è del 62%. Paradossalmente a guidare la classifica nell’utilizzo dei fondi strutturali durante il settennato 2014-2020 l’Ungheria del premier euroscettico Viktor Orban, dove il tasso di selezione dei progetti è addirittura in “overbooking” (105%, 31 miliardi). Seguono Portogallo (77%, 25 miliardi) e Belgio (76%, 4,6 miliardi). Quinta la Gran Bretagna, che mentre si prepara ad abbandonare l’Unione ha già assegnato il 73% (19,5 miliardi) delle sue risorse.
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