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SETTEMBRE2018 PAG. 32 - NEWS OBOR


Primo fondo di coinvestimento tra Ue e Cina
Parte la sinergia finanziaria tra la Belt and Road Initiative e il piano Juncker. Cathay Capital, società di private equity specializzata sugli investimenti transfrontalieri con 2,5 miliardi di dollari di asset in gestione, ha raccolto un capitale di partenza di 600 milioni di euro per il proprio fondo Cathay MidcapII, il cui obiettivo è raggiungere 1,2 miliardi di euro per il finanziamento di imprese a media capitalizzazione. Il fondo è sostenuto da FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti) nell’ambito del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS) previsto dal piano Juncker (con una dotazione complessiva di 315 miliardi), da China Development Bank, dalla banca di promozione francese Bpifrance, dal Silk Road Fund – SRF, oltre che da una serie di fondi sovrani, istituzionali e da altri investitori privati. Si tratta, in particolare, del primo fondo istituito dal programma CECIF che FEI e SRF hanno messo a punto nel contesto dei piani di coinvestimento Ue-Cina previsti dal protocollo d’intesa siglato in occasione del vertice di Pechino dello scorso luglio. Lo strumento finanzierà imprese a media capitalizzazione con elevato potenziale di crescita in settori quali assistenza sanitaria, l’alta gamma, i beni di consumo e i servizi alle imprese. Frutto di un lavoro iniziato nel 2015 con la creazione di un gruppo di lavoro sino-europeo Cathay Midcap II dovrebbe cominciare ad investire nella seconda metà del 2018 e chiudere completamente le operazioni entro il primo semestre 2019. “Questo primo investimento nell’ambito del fondo di coinvestimento – ha sottolineato Pier Gilbert, a capo del FEIS – aggiunge una nuova dimensione all’approccio finanziario per le piccole imprese in Europa. Investire nelle PMI aiuta a far crescere l’economia e ad offrire opportunità di lavoro e questa nuova partnership con Cathay Capital servirà ad aumentare i finanziamenti per le imprese comunitarie”.

Dalla Tunisia alla Tanzania cresce l’interesse cinese per l’Africa
Ingenti investimenti cinesi saranno realizzati nei prossimi anni in Tunisia. Una serie di accordi per potenziare la dotazione infrastrutturale della parte meridionale del paese sono stati siglati a margine del settimo Forum sulla cooperazione Cina – Africa (FOCAC). Si tratta, per la prima fase dell’intesa, di studi tecnici ed economici per progetti bilaterali che prevedono la costruzione di un ponte sospeso lungo 2,6 chilometri per collegare l’isola di Djerba e la città di Al Jorf; la realizzazione di un’area logistica collegata al porto di Zarzis su una superficie di mille ettari; la costruzione di una linea ferroviaria tra Gabes e il porto di Zarzis attraverso la città di Medenine. Il memorandum mira anche a stabilire “una solida partnership” alla luce dell’adesione della Tunisia, nel luglio 2018, all’iniziativa della Nuova via della seta. In generale il Forum ha confermato l’interesse strategico di Pechino per il “continente dimenticato”. Xi Jinping ha annunciato lo stanziamento di 60 miliardi di dollari (la stessa cifra stanziata in occasione dell’edizione precedente del Forum, tre anni fa). Di questi: 20 miliardi sono in linee di credito, 15 in aiuti e prestiti a interessi zero, 10 in fondi per lo sviluppo, 10 per project financing e 5 per facilitare le importazioni in Africa. Tra i progetti più spettacolari, sbloccato dopo alcuni anni di impasse proprio in occasione del Forum, la realizzazione in Tanzania di un porto commerciale con tanto di zona economica speciale nel villaggio di Bagamoyo, a Nord della capitale Dar Es Salaam. Costo previsto: 10 miliardi di dollari.

Dalla Tunisia alla Tanzania cresce l’interesse cinese per l’Africa
Ingenti investimenti cinesi saranno realizzati nei prossimi anni in Tunisia. Una serie di accordi per potenziare la dotazione infrastrutturale della parte meridionale del paese sono stati siglati a margine del settimo Forum sulla cooperazione Cina – Africa (FOCAC). Si tratta, per la prima fase dell’intesa, di studi tecnici ed economici per progetti bilaterali che prevedono la costruzione di un ponte sospeso lungo 2,6 chilometri per collegare l’isola di Djerba e la città di Al Jorf; la realizzazione di un’area logistica collegata al porto di Zarzis su una superficie di mille ettari; la costruzione di una linea ferroviaria tra Gabes e il porto di Zarzis attraverso la città di Medenine. Il memorandum mira anche a stabilire “una solida partnership” alla luce dell’adesione della Tunisia, nel luglio 2018, all’iniziativa della Nuova via della seta. In generale il Forum ha confermato l’interesse strategico di Pechino per il “continente dimenticato”. Xi Jinping ha annunciato lo stanziamento di 60 miliardi di dollari (la stessa cifra stanziata in occasione dell’edizione precedente del Forum, tre anni fa). Di questi: 20 miliardi sono in linee di credito, 15 in aiuti e prestiti a interessi zero, 10 in fondi per lo sviluppo, 10 per project financing e 5 per facilitare le importazioni in Africa. Tra i progetti più spettacolari, sbloccato dopo alcuni anni di impasse proprio in occasione del Forum, la realizzazione in Tanzania di un porto commerciale con tanto di zona economica speciale nel villaggio di Bagamoyo, a Nord della capitale Dar Es Salaam. Costo previsto: 10 miliardi di dollari.
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