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SETTEMBRE2018 PAG. 14 - Confitarma pronta alla sfida di un contesto in evoluzione


“Lo shipping svolge un ruolo essenziale per lo sviluppo e l’economia mondiali ma l’altra faccia della medaglia è che il trasporto marittimo, a sua volta, è fortemente condizionato da eventi di portata globale siano essi economici, sociali, o geo-politici. Nonostante ciò anche nei momenti di crisi bisogna andare avanti e il 90% delle merci continua a viaggiare sulle navi”. Il fronte in estensione delle tensioni internazionali – dal crollo finanziario turco all’emergenza emigrazione e alla guerra dei dazi – secondo il presidente di Confitarma, Mario Mattioli, non troverà spiazzato l’armamento italiano, ben consapevole per natura e tradizione che dietro ogni crisi si possono aprire altrettante opportunità di crescita. “Le imprese italiane, come tutto lo shipping mondiale, sono pronte ad affrontare il contesto in evoluzione, puntando innanzitutto su una flotta giovane e tecnologicamente avanzata. Sarà fondamentale piuttosto poter essere presenti nelle sedi internazionali ove vengono elaborate le strategie marittime, approfondendo tematiche operative, legali, del lavoro marittimo, delle best practice e dello sviluppo del trasporto marittimo sostenibile”.

Da alcuni anni Confitarma ha avviato uno stretto dialogo con il mondo bancario (ABI). Come sta evolvendo il rapporto fra shipping e finanza?
E’ comune interesse di ABI e Confitarma favorire l’ulteriore sviluppo della relazione tra le nostre associate, attraverso una migliore conoscenza dei reciproci ambiti operativi e la rimozione degli eventuali ostacoli, anche di natura regolamentare. Nonostante una crisi internazionale senza precedenti, abbiamo continuato ad investire nel rinnovo del naviglio. Restiamo convinti che una flotta giovane e tecnologicamente avanzata privilegi la sicurezza e la salvaguardia dell’ambiente, permette di neutralizzare gli effetti della ciclicità degli andamenti dei mercati su un periodo operativo più lungo e consente di guardare con maggior ottimismo al futuro. Tutto ciò è stato possibile grazie al determinante supporto del sistema bancari italiano, da sempre nostro partner. Il nostro è un settore altamente “capital intensive”, cioè caratterizzato da ingenti investimenti, che non può prescindere da finanziamenti da reperire sul mercato. Per essere attrattivi in tal senso, abbiamo bisogno di regole certe e di continuità delle scelte di politica marittima. Fondamentale è la collaborazione corretta e leale con i nostri principali interlocutori. In particolare, con l’Associazione Bancaria Italiana abbiamo coordinato i periodici incontri del “tavolo tecnico” istituito con i maggiori gruppi bancari italiani impegnati nel nostro settore.

In che misura sono mutate le strutture organizzative dell’armamento nazionale?
Indubbiamente, negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento degli assetti proprietari delle nostre imprese. L’apporto manageriale è sempre più presente: questo è un importante fattore di sviluppo e crescita, senza dubbio reso necessario dalle mutate condizioni esogene in cui ci troviamo ad operare. Complessità normativa, necessità di rispondere a regole sempre più articolate sia nazionali che internazionali in tema di management e sicurezza, business plans da redigere e presentare agli investitori finanziari, ristrutturazioni del debito e tanto altro, hanno portato al coinvolgimento di figure professionali manageriali che si integrano in maniera complementare con il ruolo della famiglia. Anche i nostri figli, peraltro, stanno intraprendendo percorsi di studio e di formazione sempre più specifici sulle diverse peculiarità del nostro settore, commerciale, tecnico, finanziario, legale e così via.

Nuove normative ambientali, innovazione tecnologica, formazione: quali risposte dagli associati di Confitarma?
Le misure per la salvaguardia dell’ambiente incidono sull’industria del trasporto marittimo, che deve rispondere a norme internazionali, comunitarie e nazionali sempre più numerose, severe e pressanti, causa di notevoli incertezze derivanti dalla stratificazione normativa. Naturalmente le nuove normative ambientali vanno di pari passo con l’innovazione tecnologica e ed anche con la formazione di equipaggi sempre più qualificati. Noi armatori italiani stiamo investendo molto nella formazione dei professionisti del futuro, offrendo posti di lavoro e percorsi di carriera promettenti a bordo, a terra e anche negli altri comparti del cluster marittimo, in linea con le esigenze dell’industria. Di fatto questi fattori sono essenziali per consentire alle navi mercantile di navigare, ma allo stesso tempo queste priorità verrebbero meno in assenza di una flotta in grado di competere con l’agguerrita concorrenza sui mari del mondo.

In che condizioni di salute arriva la flotta italiana riunita in Confitarma alla prossima Assemblea annuale?
Nonostante dieci anni di grave crisi economica che ha colpito tutto lo shipping, la flotta mercantile italiana mantiene le sue posizioni nella graduatoria mondiale, con unità nuove e tecnologicamente avanzate a garanzia della sicurezza della navigazione e dell’ecosistema marino ricoprendo posizioni di assoluto rilievo nei settori più sofisticati come quelli dei traghetti, delle crociere e delle navi per il trasporto di prodotti chimici. Tutto questo è stato possibile solo grazie al Registro Internazionale, istituito con la legge 30 del 1998 in linea con le indicazioni della Unione europea per evitare che i nostri armatori fossero costretti a iscrivere le loro navi sotto altre bandiere per poter fronteggiare l’agguerrita concorrenza estera. All’appuntamento dell’Assemblea pubblica del prossimo ottobre Confitarma si presenterà al nuovo Governo solida e determinata nella difesa degli interessi della flotta che poi di fatto incidono anche sul PIL e l’occupazione del Paese.

Venti anni di Registro Internazionale. Quali i risultati da rivendicare rispetto alle polemiche degli ultimi tempi?
In venti anni, il Registro internazionale ha dimostrato di essere uno strumento di grande successo e di aver raggiunto l’obiettivo primario che si proponeva e cioè promuovere la competitività e sviluppare la flotta di bandiera italiana. Dal 1998 a oggi, la flotta italiana e l’occupazione a bordo delle navi di bandiera è raddoppiata, siamola terza flotta tra quelle dei paesi del G20. La crescita della flotta peraltro è andata di pari passo con un aumento significativo degli occupati sia a terra che a bordo. Nel 1998 erano circa 30.000 gli occupati diretti dell’industria dei trasporti marittimi. Oggi, sulle navi battenti bandiera italiana sono impiegati circa 67.000 marittimi di cui 38.000 italiani e/o comunitari e 29.000 extracomunitari. La maggior parte di questi ultimi sono imbarcati su navi che effettuano traffici internazionali ove la concorrenza con marine di altri Paesi è molto agguerrita e la permanenza in mare degli equipaggi è di lunga durata. Inoltre, in 10 anni gli armatori italiani hanno investito più di 30 miliardi di euro per la costruzione di unità di nuova tecnologia ed eco-compatibili. Le polemiche sono sempre sterili e dannose.

La frammentazione dei fronti associativi è un fenomeno che sta attraversando anche il mondo dello shipping italiano. Non si rischia un indebolimento del settore nella sua interlocuzione nei vari tavoli di trattativa?
Sono poche le organizzazioni di categoria che possono vantare, come la Confederazione Italiana Armatori, 117 anni di età, nel corso dei quali la priorità è sempre stata la tutela degli interessi marittimi nazionali, fronteggiando e vincendo ogni sfida. Il nostro scopo primario è quello di rappresentare l’industria armatoriale italiana. Per questo ritengo e sono convinto che Confitarma, direttamente e attraverso la Federazione del mare, sia il punto di riferimento strategico dell’economia marittima nazionale. Penso anche che l’attuale indebolimento del comparto – che fortunatamente è più di forma che di sostanza – debba trovare una sua battuta d’arresto. La storia ha dimostrato che le sfide si vincono se si è uniti e con comuni obiettivi. Per questo continueremo come sempre a lavorare per essere il punto di riferimento, in Italia e all’estero, dell’intero cluster marittimo, nazionale e internazionale.

Unione Europea: matrigna o strumento che noi italiani non riusciamo a sfruttare?
Da sempre Confitarma tutela degli interessi armatoriali nazionali a livello europeo in seno all’ECSA, l’associazione degli armatori dell’Unione europea ed anche a livello internazionale in ambito ICS, l’associazione mondiale degli armatori. La presenza in questi consessi è molto attiva ed il riconoscimento del suo prestigioso ruolo viene riconosciuto sia in ambito comunitario sia internazionale, tanto è vero che i nostri rappresentanti ricoprono incarichi importanti come la presidenza di gruppi di lavoro strategici quali Porti e Shipping Policy Committee in sede ECSA nonché la Vice presidenza degli armatori a livello mondiale. Senza dimenticare la forte sinergia con i nostri rappresentanti governativi in ambito IMO.
                                                                                                                                 Giovanni Grande
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