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MAGGIO 2018 PAG 28 - Le nuove frontiere delle imprese di spedizioni


Il passaggio ad un sistema produttivo governato in maniera sempre maggiore da un flusso continuo di informazioni comporta un nuovo modo di concepire il sistema logistico, le sue funzioni, i suoi protagonisti. La rivoluzione digitale trasforma i parametri di riferimento. Fa emergere un nuovo ecosistema. La parola d’ordine diventa “adattamento”: risposta alle nuove condizione date; capacità di individuare e cogliere le opportunità. Da queste considerazioni ha preso le mosse il seminario “Le nuove frontiere delle imprese di spedizione: e-commerce, ambiente, lavoro” organizzato a Milano da Fedespedi. Confronto a più voci incentrato sul tema della sostenibilità aziendale. Concetto declinato secondo la sua accezione economica, ovvero la capacità di interpretare i nuovi mercati e modelli di business; ambientale, come elemento di competizione (“Non esistono consegne gratis,” la sottolineatura arrivata da più parti. “Attenzione all’impatto della moltiplicazione disordinata delle spedizioni all’utilizzatore finale”); sociale, intesa come evoluzione della professione in risposta al salto tecnologico prodotto dalla digitalizzazione.

Roberto Alberti (Presidente Fedespedi). La trasformazione in atto da un sistema economico-produttivo “scalare” in uno “continuo”, con l’integrazione in rete degli elementi costitutivi della supply chain (magazzinaggio, movimentazione, distribuzione e movimentazione della merce), rende sempre più sottili i confini tra chi riceve il servizio e chi lo eroga. La logistica diventa “parte integrante del prodotto” e gli spedizionieri, veri e propri “organizzatori del caos”, sono chiamati a confrontarsi con l’impatto della tecnologia sulla struttura dei mercati e del business ma anche sugli effetti problematici della disintermediazione sull’organizzazione del lavoro e l’operatività del settore. La nuova economia delle piattaforme si basa sull’illusione del “costo-zero”: “ma più veloci sono le consegne maggiori sono i costi, anche ambientali”. Nasce da qui l’importanza del fattore “sostenibilità” e di un “Programma di Servizi 4.0” per accompagnare l’innovazione e gli investimenti in formazione della logistica e degli spedizionieri. “Siamo pronti a cogliere le sfide ma occorre che il campo da gioco globale abbia regole uguali per tutti. Chiediamo che la PA faccia altrettanto, migliorando in maniera decisa i propri servizi”.

Matt Stone (McKinsey & Company). Il commercio mondiale registra trend in graduale consolidamento che non intaccheranno in modo profondo la tradizionale geografia produttiva: India e Africa si avviano a diventare i principali mercati emergenti, la frammentazione progressiva dei processi industriali farà crescere la domanda di trasporti di beni intermedi, avanzano i nuovi modelli di business mentre la stampa 3d, pur in espansione, non influenzerà nel medio termine i volumi del trasportato. “Digitalizzazione e analitica dei dati propongono nuove sfide agli spedizionieri il cui territorio è invaso da altri soggetti”. È il caso, ad esempio, di Amazon che sta letteralmente “terremotando il mondo della logistica”. Nei prossimi anni il settore sarà caratterizzato da un “patchwork di operatori vecchi e nuovi” alle prese con una discontinuità sempre maggiore ma anche con le opportunità che l’e-commerce offre alle PMI (la ricerca di servizi di trasporto via Google è cresciuta del 16%). “Vincerà chi si focalizzerà sull’innovazione al servizio del cliente, chi saprà ‘prevenire’ i suoi desideri”.

Dominique Willems (Senior Manager Clecat). Non è la prima volta che la categoria è chiamata ad affrontare cambiamenti radicali. “Già negli anni novanta si diceva che broker e spedizionieri sarebbero scomparsi, invece sono riusciti ad adattarsi”. In che modo confermare la “resilienza” del comparto? In un contesto dove sarà sempre più importante “il ‘modo’ il cui saranno svolte le operazioni”, con la tensione sul mercato prodotta dalla concorrenza di soggetti non tradizionali e da questioni delicate come il trattamento della privacy, “sarà fondamentale padroneggiare la complessità sfruttando le opportunità per creare valore per il cliente”. “Le nuove tecnologie possono rappresentare un’occasione per eliminare le inefficienze nei processi operativi. L’innovazione però non consiste nella semplice adozione della blockchain o dei big data: essere innovativi significa produrre di più con meno risorse ricordando che le persone rimangono il fattore più importante”.

Patrizia Isola (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli). Il fenomeno dell’e-commerce va regolato e questo processo riguarderà anche chi si interfaccia con le dogane. Con l’internazionalizzazione dei mercati il web è diventato il nuovo “contenitore” in cui si incontrano domanda e offerta: “con problematiche come la distorsione della concorrenza e la perdita di gettito fiscale che il pacchetto digitale Iva cercherà di regolare”. La nuova normativa (Direttiva Ue 2017/2455; regolamento di esecuzione 2017/24/59; regolamento Ue 2017/2454) impatterà a partire dal 2020-21 sulle procedure doganali attraverso una serie di novità, tra cui, l’abolizione della soglia di esenzione, imponibilità del pagamento, presentazione delle dichiarazioni, speciali numeri identificativi. “I depositi doganali saranno strategicamente resi più flessibili e funzionali al business: al dettaglio, in esenzione daziaria ai viaggiatori; a distanza, anche via internet. Il nuovo ruolo della dogana sarà quello di facilitatore degli scambi commerciali”.     

Bruno Cattero (Università del Piemonte Orientale). Convitato di pietra di ogni discussione inerente trasformazioni digitali e futuro della logistica, Amazon rappresenta, nel passaggio da impresa tecnologica a conglomerato digitale, il paradigma della nuova “fabbrica terziarizzata digitale”. Con una concentrazione di potere che indebolisce stato e mercato, riattualizza l’organizzazione del lavoro tayloristico-fordista come “management algoritmico”. “Con l’app Relay governa e controlla a distanza e in tempo reale forniture in entrata e consegne ai clienti attraverso una tecnologia funzionale a processi di disintermediazione”. Un modello di “controllo tecnico e panoptico” del lavoro destinato a diffondersi, a partire dai servizi della logistica e della grande distribuzione, grazie alla capacità di assorbire i costi economici del conflitto.

Mark Scheerlinck (Centraal Boeking Plarform). Come contrastare lo strapotere di un gigante come Amazon? Una risposta sta nelle “piattaforme di spedizioni”. “In un contesto di player sempre più grandi, i margini di manovra per i soggetti minori risiedono nella creazione di network”. La concorrenza, in futuro, non avverrà tra singole aziende ma tra cluster in grado di combinare in modo ottimale i dati a disposizione. “La digitalizzazione, con tutte le opportunità legate alla gestione della ‘visibilità intelligente’ dei carichi, può essere declinata anche come collaborazione tra PMI. La sfida è come fare rete in un ecosistema individualistico”. 

Nereo Marcucci (Presidente Confetra). Il settore logistico nazionale deve capire in che modo relazionarsi rispetto all’emergere degli oligopoli. “La struttura in network potrebbe essere una giusta risposta: istituzioni, associazione e aziende devono collaborare in uno spirito di sistema per superare i gap esistenti”. La digitalizzazione sotto questo aspetto rappresenta un’occasione da non perdere. “Il 70% delle imprese ha imboccato la strada della automatizzazione dei processi: questo significa qualificazione del lavoro e, soprattutto, investimenti. Una spinta che potrebbe portarci a superare definitivamente la crisi e guidarci verso la modernizzazione di cui ha bisogno il paese”.

Sandro Minardo

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