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MAGGIO 2018 PAG 26 - Spedizionieri, i cambiamenti della categoria verso il futuro



Le tecnologia e l’introduzione di nuove regole europee stanno trasformando in modo profondo la figura dello spedizioniere doganale. Cambiano le modalità operative, i rapporti con enti pubblici e committenza, il ruolo stesso e le prerogative del mestiere. “Un processo di adattamento non sempre facile - spiega Augusto Forges Davanzati, presidente di Assospena - cui la categoria sta rispondendo senza ripiegamenti, puntando ad un dialogo continuo con tutti i protagonisti della filiera”. Ne parliamo alla vigilia dell’Assemblea annuale dell’associazione napoletana.

Su quale fronte si è mossa Assospena nell’ultimo anno?
L’obiettivo associativo principale rimane l’impegno a tutto tondo per rendere sempre più efficiente le attività di controllo delle merci nel porto di Napoli, attraverso un coordinamento serrato di tutti i soggetti preposti. Un traguardo di interesse generale che potrebbe rendere le nostre banchine molto più attrattive rispetto a traffici che chiedono maggiore velocità, efficienza e professionalità. Sotto questo aspetto non sta mancando la collaborazione, favorita anche dal cambio di passo nella governance dell’ente portuale. Dopo anni di difficoltà qualcosa comincia a muoversi.

Quali attività sono state promosse?
In stretta collaborazione con l’AdSP abbiamo allacciato una serie di tavoli mirati con tutti gli enti e i soggetti della filiera: dagli incontri per l’ottimizzazione del PIF (Posto di ispezione Frontaliera, ndr) al confronto con le Dogane per tutte le questioni inerenti l’area verifiche, fino al lavoro per snellire le procedure in export con il terminal Conateco che oggi avvengono tutte pervia telematica. Un dialogo continuo che sta producendo i suoi frutti sul tavolo di discussione generale coordinato dall’ente portuale.

La difficoltà maggiore che impedisce il decollo del PIF?
Gli intoppi a livello di ritardi accumulati nascono sostanzialmente dalla sua ubicazione, al di fuori dei recinti di temporanea custodia, e da un coordinamento da perfezionare tra i soggetti pubblici e privati che dovrebbero animarlo. Tuttavia si tratta di una iniziativa di grande lungimiranza, il cui funzionamento però deve essere necessariamente migliorato. Si sta lavorando alacremente per risolvere la questione.

Quale tema sarà affrontato nel corso dell’Assemblea annuale?
Discuteremo senz’altro dei grandi cambiamenti che sta attraversando la professione e dell’impatto del nuovo codice doganale europeo. Si è trattato di una vera e propria rivoluzione, le cui novità non sono ancora terminate. Dal punto di vista operativo la completa informatizzazione delle procedure ha comportato un adattamento radicale, sia per gli spedizionieri, sia per le stesse dogane. Ma tradizionalmente non ci siamo mai imbarcati in battaglie di retroguardia e stiamo affrontando anche questa sfida dopo un avvio un po’ farraginoso.

Attraverso quali cambiamenti?   
Una volta assimilata l’informatizzazione dovrebbe rendere più veloci e più fluide le operazioni. Ma la sola gestione dei dati non basta se non accompagnata da un miglioramento continuo della professionalità e da una conoscenza approfondita della materia. Nel futuro, accanto all’operazione doganale in senso stretto, dovremo essere in grado di porci come veri e propri consulenti per le aziende. L’unica strada per continuare ad esistere è quella di mettersi al passo con i cambiamenti.

Cosimo Brudetti
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