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GEN 2018 PAG 36 - Porto di Trieste: ottime prospettive per il 2018



Grandi investimenti, ottime prospettive. Si potrebbe sintetizzare con questo slogan la situazione del Porto di Trieste che ha chiuso l'anno appena trascorso con circa 600mila Teu di traffico container (nuovo record del Porto), il record nazionale nel numero di treni e un grande impegno dei maggiori terminalisti.
Nei prossimi mesi, intanto, è prevista, successivamente alla fase propedeutica ed autorizzativa già iniziata da tempo, l’avvio dei lavori per l'allungamento del Molo VII, dedicato ai container e gestito da Trieste Marine Terminal. Ad altri importanti interventi si sta assistendo nell'area della nuova Piattaforma logistica che vede tra gli investitori il Gruppo Parisi, già impegnato nel gestire una parte del traffico ro-ro lungo l'autostrada del mare con la Turchia. In questo settore il Gruppo Samer, altro attore principale dei traffici delle Autostrade del Mare con la Turchia, ha effettuato un recente investimento di 6,5 milioni di euro per una nuova gru transtainer. A ciò va aggiunto il ruolo dell'Interporto di Trieste, infrastruttura dedicata alla logistica intermodale e da qualche mese direttamente coinvolta nelle prospettive di sviluppo delle aree in regime di Punto Franco, caratteristica principale (assieme alla posizione geografica nel cuore dell'Europa) del Porto di Trieste.
Il tutto senza dimenticare la forte crescita di Adriafer, operatore ferroviario controllato dall'Autorità Portuale, che si occupa della sempre più intensa attività delle manovre ferroviarie anche alla luce della recentemente ottenuta autorizzazione quale Impresa Ferroviaria che le consentirà di ampliare i suoi servizi.
Ma è la carta del territorio quella che il Porto di Trieste pare stia giocando per attrarre gli interessi su un'area più vasta. Decine di milioni gli investimenti, alcuni dei quali già concretizzati in cantieri, che Rete Ferroviaria Italiana (RFI) sta investendo sulle infrastrutture del Friuli Venezia Giulia, Porto compreso. L'aeroporto in grado di raggiungere il milione di passeggeri entro il 2020 e che tra un paio di mesi diventerà uno dei pochi scali italiani ad essere raggiunto da una linea ferroviaria principale. A tutto ciò va aggiunta la costruzione della terza corsia per l'ultimo tratto della A4.
Una evidente rivoluzione è in atto nella regione all'estremo Nordest d'Italia. La Regione parla di «architettura istituzionale, infrastrutture e servizi» come di un trinomio sul quale basare lo sviluppo economico. Dopo decenni di isolamento, quindi, l'intera regione si avvia a consolidare una situazione che, per quanto riguarda i traffici portuali e l’utilizzo della ferrovia (con le relative ricadute economiche e di occupazione), fa ben sperare per il futuro a breve e medio termine. Il Friuli Venezia Giulia, infatti, è al centro di due importanti Corridoi europei TEN-T: Baltico Adriatico e Mediterraneo e anche per questo Rete ferroviaria italiana è chiamata in causa per intervenire sui valichi, tenendo presente che resta un obiettivo nazionale quello di favorire i porti per i collegamenti con il resto del mondo. Del resto, Trieste è l'unico porto in Italia con un network internazionale così sviluppato.
“A Trieste si sta vivendo un momento di grande interesse. Non è capitato così di frequente, a Trieste, di sentire voci diverse, del pubblico e del privato, dire che è un grande momento di opportunità per il Porto, per la città, per il suo territorio e per le ricadute economiche ed occupazionali relative. Per questo motivo - sottolinea il presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini - è ancora più importante continuare a lavorare tutti assieme, istituzioni, politica e privati”.
RedMar
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