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feb 2018 pag 24 - Blockchain, la rivoluzione Prossima ventura





È la tecnologia che promette di rivoluzionare il sistema economico, modificando radicalmente i concetti di transazione, proprietà e fiducia. Per alcuni è la prossima rivoluzione, paragonabile per gli effetti all’introduzione di internet. Complice anche il successo (mediatico) dei Bitcoin si parla sempre più di blockchain e delle sue possibili e innumerevoli applicazioni. Anche nel settore della logistica dove la sperimentazione avviata negli ultimi anni in realtà importanti come il porto di Rotterdam ha segnato una svolta decisiva a inizio anno con l’annuncio della joint venture tra Maersk e IBM per lo sviluppo di servizi dedicati al settore marittimo. Ma in cosa consiste esattamente questo tipo di tecnologia? In che modo può favorire lo sviluppo dei trasporti e della logistica? Sono le domande cui ha cercato di dare una risposta la recente edizione di Shipping Forwarding and Logistic meet Industry nelle sessioni dedicate alla disruption.
In sostanza, si tratta di un database distribuito che sfrutta la tecnologia peer-to-peer: un’infinita catena di blocchi ognuno dei quali contiene delle informazioni che sono avvenute in determinato periodo di tempo. “Un registro a controllo condiviso – ha spiegato Paolo Geroli, Payment Strategy Manager di Sopra Steria Group – a garanzia della immutabilità delle registrazioni e del relativo ordine cronologico. La blockchain permette di certificare nel tempo fatti ed eventi”. Utilizzabile in qualsiasi attività che richieda delle registrazioni essa  “garanzia assoluta” per le applicazioni come transazioni finanziarie, registri di proprietà, contratti, documenti, nonché contenuti digitalizzati di qualsiasi tipo. In pratica, tutto l’armamentario burocratico di cui, spesso e a ragione, si lamentano gli operatori del trasporto. Con un vantaggio decisivo: interrogato da un utente riconosciuto tramite apposite chiavi di autorizzazione il sistema, impermeabile altrimenti dall’esterno, fornisce risposte in tempo reale, abbattendo potenzialmente qualsiasi tempo di verifica da parte degli enti.
Combinata con la sensoristica diffusa la blockchian, inoltre, riesce a far dialogare la complessità dei sistemi, rendendo possibile la realizzazione di “smart contract” basati sul principio di causa - effetto. L’esempio portato da Edoardo Tedeschi, partner di Osborne Clarke, sulla gestione di un container refrigerato, è paradigmatico. “Il controllo continuo dei sensori, registrato sui blocchi a intervalli di pochi secondi garantisce non solo la sicurezza derivante dalla tracciabilità ma monitora costantemente la temperatura e qualsiasi evento critico. In presenza di eccezioni in grado di pregiudicare la qualità della merce, o più semplicemente in caso di ritardo nella consegna, scattano automaticamente le penali previste dal contratto”.
Un ciclo efficiente, veloce e diretto che presuppone, come ogni rivoluzione tecnologica, anche un adeguamento di prassi consolidate. Uno dei pregi della blockchain (l’immodificabilità di ciò che è registrato nella sua catena) potrebbe tradursi in eccessiva rigidità quando calato nell’universo della contrattualistica. “Saper creare uno smart contract – avverte Tedeschi – presuppone una valutazione il più possibile corretta degli accadimenti in tutte le fasi del trasporto: carico, scarico, verifica del prodotto, imprevisti”. Una minuzia di particolari che porterà alla creazione e alla condivisione di nuovi linguaggi e operatività. “Nasceranno nuove figure molto specializzate, come chi dovrà tramutare il contratto in algoritmo, ma anche avvocati e aziende dovranno rinnovare il loro approccio. La blockchain comporterà la fine dei contratti da migliaia di pagine trasferendo l’attenzione sulle dinamiche azione-reazione”. 

Giovanni Grande
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