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APRILE 2021 PAG. 17 - Disegnare il prossimo futuro alla Genoa Shipping Week

 

 

Il tradizionale e spettacolare Shipbroker and Shipagent Dinner non ci sarà per ovvi motivi legati all’emergenza sanitaria. Ma la prossima Genoa Shipping Week punterà a riprendere i fili del discorso sulle priorità del settore logistico e marittimo. «Si tratterà della prima occasione importante per discutere argomenti importanti, a cominciare dal ruolo dello shipping per l’economia mondiale e italiana,» spiega il presidente di Assagenti Paolo Pessina. «L’occasione per disegnare una mappa credibile per il prossimo futuro». 


Quali temi vorrebbe emergessero dalla manifestazione?   
Siamo fortemente impegnati per proporre, per quanto le condizioni generali renderanno possibile, almeno piccoli eventi in presenza. Saranno sfruttate tutte le potenzialità delle tecnologie di comunicazione, vera e propria eredità di questo periodo, ma l’intenzione è di recuperare almeno parzialmente il contatto diretto. Avere riuniti per una settimana tanti protagonisti del comparto sarebbe già un importante obiettivo da centrare. Per quanto concerne gli argomenti: importanza dello shipping e gestione del Recovery dal punto di vista della logistica saranno i punti focali. 


La nuova diga di Genova sembrerebbe essere tra gli interventi prioritari del Piano…
La questione delle infrastrutture è centrale per la ripresa dell’economia. In occasione della GSW sapremo con certezza come sarà stata affrontata dal PNRR italiano. Per quanto riguarda gli interventi nello scalo genovese abbiamo posto per primi una questione che si da per scontata ma su cui bisognerà porre la massima attenzione: i lavori per la diga non dovranno avere conseguenze sulle attività. Stiamo parlando di un progetto pluriennale che impatta sulla navigabilità, va garantita la piena operatività alle navi attraverso la collaborazione tra le categorie. 


Questa sinergia potrebbe diventare terreno di sperimentazione per l’uso di nuove tecnologie?   
Assolutamente si. Vedremo in che modo e con quali strumenti garantirci la migliore pianificazione delle attività. Senza contare che la stessa diga, materialmente, può essere sfruttata con nuove modalità a vantaggio di tutto il porto. Penso alla produzione di energia elettrica con pannelli solari o dispositivi per lo sfruttamento del moto ondoso. 


Questione noli: quanto è lontana l’agognata stabilizzazione dei prezzi?
In questi mesi non c’è stata una diminuzione dei costi ma certamente si sta consolidando una loro stabilizzazione verso il livello più alto. Una tendenza che credo rimarrà invariata anche nel terzo trimestre. Il fenomeno d’altronde nasce da una serie di criticità accumulate negli anni, come mi è capitato più volte di sottolineare. 


Tutta colpa del gigantismo navale, dicono…
Non sono d’accordo. Piuttosto andrebbe affrontato un altro problema: complice i costi bassi le aziende italiane nel corso di questi anni hanno considerato la logistica con una sorta di noncuranza. Avverto nel settore manifatturiero un eccessivo spaesamento, manca una strategia su un anello fondamentale della filiera come è quello del trasporto marittimo. Conseguenza forse anche della composizione della nostra industria: spesso un’eccellenza a livello mondiale ma dalle dimensioni medio-piccole. 


Cosa suggerisce per uscire dalla “tempesta perfetta”?    
Pianificazione, come nella filiera della grande industria. Capisco che per un tessuto produttivo fatto da PMI risulta essere più difficile ragionare sul lungo termine. Di fronte alla mancanza di potere contrattuale però vanno intraprese iniziative per confrontarsi direttamente con le linee. Anche lanciando tender per partecipare ai contratti.    


Blank sailing e accuse di inefficienza, nessuna colpa per gli armatori?
A chi accusa le compagnie di tenere artificialmente alti il prezzo dei noli farei notare, semplicemente, che oggi il tonnellaggio a disposizione in mare è più alto che nel periodo pre-Covid. Di certo si paga la mancanza di investimenti in equipment, fatti negli anni di magra, dove il contenimento dei costi era imperativo. Oggi che c’è disponibilità a spendere il settore non si riesce ancora a soddisfare tutte le richieste.  

G.G.

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