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DICEMBRE 2019 PAG. 16 - Tecnologia all’avanguardia per il porto di Ravenna


Il Corpo piloti Ravenna conta 14 piloti e 9 fra conduttori, telefonisti ed amministrativi.
Il servizio viene svolto 24/7 dai piloti in servizio, secondo un programma accosti elaborato ed autorizzato dalla Capitaneria di porto di Ravenna che autorizza l’accosto delle navi.

Utilizziamo con soddisfazione generale, da ormai 12 anni, dei dispositivi di posizionamento ultra raffinato, così detti Pilot Portable Unit, allo scopo di aumentare la sicurezza della navigazione delle navi durante il transito in canale. Specie nei periodi invernali, soggetti a repentina riduzione della visibilità, così come per unità speciali tipo mega strutture caricate su pontoni o navi oversize per lo standard di Ravenna, questa tecnologia costituisce un importante valore aggiunto per il pilotaggio. Da parte nostra abbiamo avviato con il Comando Generale delle Capitanerie di porto, un protocollo per la formazione iniziale e l’aggiornamento periodico dei piloti del porto. Siamo tenuti a partecipare a corsi sulle nuove tecnologie presenti sulle navi, allo scambio professionale con altri porti, a partecipare a seminari su temi tecnici per tenere sempre alta la preparazione teorica insieme a quella pratica, quotidianamente testata nel servizio di pilotaggio. Sono stati avviati training specifici per l’impiego dei piloti con elicotteri della Guardia Costiera, per l’eventuale impiego in caso di “task force” in alto mare.

Il porto di Ravenna, a similitudine di tanti altri porti Italiani è una infrastruttura per lo più datata.
Come vengono adeguate strade ed aeroporti, altrettanto dovrebbe essere fatto per i nostri porti nazionali che sono lì da sempre, ma negli ultimi anni sono stati messi a dura prova dal gigantismo navale, traffici e merci che si muovono sempre più rapidamente e con dotazioni di banchina sempre più importanti. Anche il raddoppio del canale di Suez ha accelerato questo fenomeno, con un continuo aumento delle dimensioni dei vettori. Lo stress infrastrutturale aumenta e un adeguamento si rende necessario per essere al passo con i tempi. L’Italia ha enormi potenzialità, se a partire dai porti e le seguenti interconnessioni sui principali sistemi di trasporto si riuscirà a fare sistema e a potenziare l’intero comparto della logistica. Per fare questo serve un coordinamento regionale e nazionale, le sole AdSp non hanno poteri così ampi per agire in questo senso, diversamente da altri Stati, ove le Autorità di porto hanno enormi poteri decisionali ed esecutivi. Il mio auspicio è che il Governo investa in maniera massiccia nella portualità, che è bocca di accesso di un sistema trasposti che può essere, con le nuove  Reti TEN-T, varco per espandersi verso nuovi mercati vicini.

L’Italia infatti, oltre a essere centrale nel Mediterraneo affaccia su due corridoi, quello Baltico-Adriatico (1) e quello Reno-Alpi (6) che possono avere penetrazioni lungo i territori a nord dei porti Adriatici e Liguri, tipicamente come porti gateway. Ma attenzione che il senso di marcia non è uni direzionale. Quando le reti TEN-T saranno completate, se non saremo bravi a fare sistema per sviluppare il range di competitività a nord dei nostri confini, soffriremo la brutale concorrenza dei porti nord europei che con il consueto pragmatismo sfruttano ogni rischio in opportunità di crescita.
La logica del porto che soddisfa i bisogni delle aree limitrofe è superata, bisogna avere una offerta a medio e lungo raggio, attraverso una catena logistica, che rappresenta un volano eccezionale per creare occupazione, business e nuove imprese, che aggrediscano il mercato creando il vero traino per i porti della penisola Italiana.
                                                                                                                           Cap. Roberto Bunicci
                                                                                                                Capo Pilota - Piloti Ravenna

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