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GENNAIO 2019 PAG. 14 - Concessioni Demaniali il Governo non decide



Circa l’applicazione della contestata direttiva Bolkestein il governo decide di non decidere e, almeno per quanto concerne il settore balneare, si affida ad un’ulteriore proroga della durata di quindici anni. Lo prevede la recente Legge di Bilancio che sul tema specifico indica anche l’istituzione di un comitato il cui compito consisterà nell’elaborazione di un nuovo modello di gestione delle concessioni stesse. “Ancora una volta il governo italiano, in ritardo nella predisposizione della necessaria regolamentazione, sceglie la strada del rinvio, evitando di fissare principi certi e quindi un quadro di riferimento più solido per gli stessi operatori del settore”. E’ il commento della Coordinatrice della Commissione di Diritto della Navigazione del Consiglio degli Avvocati di Napoli che sottolinea un ulteriore aspetto della vicenda. “Non si comprende, oltretutto, la motivazione che induce ad occuparsi solo del comparto turistico ricreativo, lasciando fuori le molteplici tipologie di concessione demaniali marittime che pure rappresentano una fondamentale risorsa in termini di sviluppo anche occupazionale e che allo stato attuale sono altrettanto prive di una regolamentazione certa”. Sul tema, quanto mai scottante, la speciale Commissione istituita dagli avvocati napoletani per favorire un maggior dibattito e conoscenza tra il mondo delle toghe e quello della “blue economy”, ha organizzato recentemente un Convegno (“Concessioni demaniali marittime e principi di evidenza pubblica”) per analizzare lo stato dell’arte. Proprio la necessità di un quadro di riferimento certo e incontestabile è stato uno degli indirizzi scaturiti dai lavori.

Sergio Zeuli (Magistrato presso il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa). A dispetto di qualsiasi proroga va istituito un percorso “per riportare la situazione nella conformità del diritto europeo e nazionale. Occorre un interprete autorevole e unico dell’ordito normativo che non può essere delegato al giudice. La strada da seguire è scontata: istituzione di una legge statale che detti i principi generali sulle modalità delle gara da espletare sui beni demaniali; una legge regionale che disciplini la materia nel dettaglio; una regolamentazione di programmazione generale; una programmazione di attuazione da parte dei Comuni”. Evitare, ad ogni modo, di rimettere alle singole amministrazioni le responsabilità per l’espletamento delle gare: “ne risulterebbe un cumulo di ricorsi, contestazioni e interventi da parte dell’Europa”.

Marcello Giocondo (Presidente Regionale SIB). La mancanza dal 2006 di un quadro di norme certo ha creato difficoltà al settore balneare che non ha potuto programmare gli investimenti. “Il periodo transitorio, stante la situazione di crisi economica, non basta. Le rivendicazioni del comparto non possono prescindere da un adeguamento della modulazione IVA, ancora al 22%, e dalla definizione di fattispecie come ‘la facile e la difficile rimozione’ che aumentano il quadro d’incertezza entro cui dobbiamo muoverci”. Per la  Regione: “attuazione del Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali che attendiamo da almeno 25 anni”.

Marco Di Stefano (Direttore Generale Società Italiana Studi e Progetti di Ingegneria). Con oltre 50mila concessioni censite lungo i circa 8mila chilometri di coste italiane l’impatto della Bolkestein va accuratamente vagliato “per evitare di aprire le porte alla criminalità e distruggere un tessuto imprenditoriale che da connotazione al territorio. Si registra un preoccupante livello di confusione anche presso la pubblica amministrazione che non ha armi a disposizione per agire in modo coerente. È necessaria una analisi dettagliata del settore per differenziare la diversa natura delle concessioni: dalle pluriennali a quelle di medio periodo alle turistico creative, ognuna impatta a suo modo sulle realtà cui è applicata”.

Giovanni Grande
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