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MAGGIO 2018 PAG 12 - Creare un sistema unico per tutti i porti sardi



Mettere a sistema una molteplicità di porti con la diversificazione insita di ciascun porto per poter esaltare le capacità di tutto il sistema: questo il compito che si è affidato Massimo Deiana, presidente dell’Autorità di sistema dei porti della Sardegna.

Quanto è arduo questo compito?
Bisogna trovare il sistema per trasformare le energie che si perdevano nella competizione interna per trasformarle in forze vettoriali che moltiplicano la forza complessiva – quindi fondamentalmente non mi interessa se c’è una modifica nelle percentuali di traffico tra i porti della mia giurisdizione, ma piuttosto che tutte insieme guadagnino. Come ottenere questo risultato? Si fa cercando di sfruttare al meglio le capacità vocazionali, strutturali, storiche anche geografiche di ciascun porto. Ci sono porti che sono vocati per un certo tipo di traffico vuoi rinfuse, vuoi ro-ro, contenitori o passeggeri, ecco noi abbiamo tutte queste categorie e dobbiamo sfruttarle al meglio con le nostre capacità di interventi strutturali. È evidente che non tutti i porti possono e devono fare tutto e questo spero di essere riuscito a farlo capire a tutti sfruttando il meglio di quello che ad ogni realtà è stato dato dalla storia dalla posizione e dalla vocazione anche dal punto di vista professionale, quindi da questo punto di vista ritengo che sia stata colta la sfida per il sistema.

Ultimo tassello Arbatax?
Arbatax non dipende da noi, noi abbiamo dato il nostr parere favorevole, vorrei che questa cosa si definisca il prima possibile perché sto procedendo alla nuova pianta organica dell’AdSP e chiaramente una cosa è ragionare su sette scali e un’altra su otto; bisogna garantire un presidio e attenzione e questo ovviamente significa una capacità di pianificare. Se Arbatax entrasse nella nostra orbita subito consentirebbe di non dover rimettere mano ad una organizzazione interna che stiamo faticosamente costruendo.

Zes e la possibilità di bunkeraggio in mezzo al Mediterraneo possono essere elementi di sviluppo?
Sono due tasselli di tutti quegli interventi che ci possono consentire di aumentare la competitività: la possibilità di un trattamento economico speciale attraverso un sistema “amico” non solo a parole ma anche in termini di resa reale dell’investimento così come la possibilità di fare bunker a condizioni geografiche ed economiche vantaggiose, anche questo è un pezzo della nostra competitività. Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che l’intercettazione dei traffici oggi dipende solo parzialmente da noi ma da scelte macro che si svolgono in ambiti molto più elevati e complessi.

L’interesse per il polo del bunker è concreto e dove potrebbe essere posizionato?
Abbiamo una delle più grandi raffinerie del Mediterraneo, a Bocca di Porto, ed è un fatto abbastanza atipico che una grande azienda come la Saras non abbia preso in considerazione tale opportunità. Ultimamente c’è stato un interessamento concreto e si sta lavorando con grande determinazione all’iniziativa che dovrebbe anche intercettare una nuova esigenza qualitativa del bunker, più raffinato e quindi più costoso, non disponibile facilmente nel Mediterraneo, quindi elementi di notevole interesse come proposta sul mercato. Stiamo ovviamente dando la massima disponibilità e collaborazione a tale iniziativa.

Progetti e propositi sulle crociere?
La Sardegna è riuscita a sfruttare una serie di contingenze che hanno spostato il traffico crocieristico e questo ha significato una crescita importante, solo il porto di Cagliari nello scorso hanno ha fatto più 74% sull’anno precedente. Ormai la Sardegna si è piazzata nella top ten delle destinazioni crocieristiche con quasi mezzo milioni di crocieristi e in questo anno consolidiamo la crescita, probabilmente con qualche decina di migliaia di passeggeri in più.
Stiamo lavorando a predisporre approdi dedicati rispetto a quelli promiscui mentre altri sono di fortuna a fronte di un traffico in ascesa e che ha un grande impatto economico sul territorio.
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